mercoledì, Ottobre 30, 2024

Conferenza sul dialogo nel Mediterraneo, parla il ministro Di Maio: “L’Italia è indispensabile per la pace nel sud Europa”

E’ iniziata oggi la sesta edizione della Conferenza Rome Med- Mediterranean Dialogues, promossa a partire dal 2015 dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dall’Ispi, che si tiene quest’anno in formato digitale e prevede oltre 40 eventi virtuali dal 25 novembre al 4 dicembre 2020. L’intera area del Mediterraneo allargato registra una “preoccupante fragilità per gli equilibri politici, economici e sociali. Lo scenario regionale, da sempre complesso, esprime oggi un elevato tasso di polarizzazione. Essa è il prodotto dell’interazione tra crisi di lungo periodo, alimentate anche dalla cronica frammentazione interna, e l’evoluzione nella competizione geopolitica e ideologica, tra potenze globali e regionali, attori arabi e non-arabi”, con “rinnovate spinte concorrenziali per la sovranità su porzioni di mare e sulle loro risorse, specie quelle energetiche”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio aprendo la sesta edizione della Conferenza Rome Med- Mediterranean Dialogues, promossa a partire dal 2015 dal Ministero degli Affari Esteri e dall’Ispi, che si tiene quest’anno in formato digitale. “Di questa eterogenea miscela di instabilità sono visibili tracce evidenti in ciascuno degli attuali scenari di crisi con cui ci confrontiamo nella regione”. “Il contributo italiano è indispensabile per mettere ordine nelle molteplici contese” del Mediterraneo ha aggiunto Di Maio sottolineando che “la strategia italiana parte dal presupposto che l’interazione tra i Paesi di entrambe le sponde del Mediterraneo debba svolgersi tra partner a pieno titolo”. L’ambizione italiana, in qualità di co-presidente del CoP26 e di presidente del G20, “è di fare del Mediterraneo il laboratorio che ripristini la centralità delle persone, accordi precedenza alla salvaguardia del pianeta e ponga le basi per una prosperità condivisa”. “È molto probabilmente finita l’epoca in cui era possibile speculare sull’interventismo salvifico statunitense e confidare in una sorta di delega permanente agli Usa anche per la risoluzione di tutte le questioni che riguardano Mediterraneo e Medio Oriente. Questo non significa affatto che bisogna lasciar spazio ad altre potenze esterne. Possiamo invece provare a percorrere la strada della cooperazione, ma servono impegno e strumenti di governance adeguati” ha proseguito il ministro precisando che “proprio la pandemia  ci abbia ricordato in modo inequivocabile il valore di un approccio cooperativo per fronteggiarne le conseguenze dirette e indirette”. Sul tema della migrazione poi Di Maio ha ricordato che l’Italia “fa fino in fondo la sua parte”, ma chiede in cambio una “limpida collaborazione e impegno concreto” da parte dei paesi di transito e di origine. “Siamo rimasti in prima linea nelle operazioni di soccorso e di accoglienza dei migranti. Abbiamo fondato sulla tutela della dignità di ogni essere umano la ricerca di un equilibrio tra diritti individuali e sicurezza della nostra collettività nazionale”, ha detto Di Maio, sottolineando che “il buon esito di questa difficile conciliazione esige però che siano responsabilizzati e coinvolti in un dialogo paritario ma franco non solo i Paesi di destinazione dei flussi migratori, ma anche quelli di transito e d’origine, sostenendone le strutture istituzionali e di controllo”. “Questa stessa attitudine da parte di tutti i partner della regione – ha rilevato – è indispensabile anche per contenere e marginalizzare il fenomeno terroristico. Rimuovere le cause profonde di minacce ibride e transazionali è fondamentale per promuovere pace, stabilità e sviluppo nel Mediterraneo allargato”. L’ambizione dell’Italia ha detto il ministro, è “giungere a una condivisione delle risorse energetiche che sia equa e vantaggiosa per tutti. L’energia resta evidentemente un tema centrale per l’intera regione Mena, che include molti dei maggiori esportatori mondiali di idrocarburi. Su tale terreno si giocherà la competizione per rimodulare gli equilibri locali e globali nel medio-lungo periodo”. “Cresce, sotto questo profilo, la rilevanza dei giacimenti di gas naturale nel Mediterraneo orientale, e con essa il rischio che qui si allarghi rapidamente una nuova faglia di conflittualità regionale. La nostra ambizione, invece, è di giungere a una condivisione delle risorse che sia equa e vantaggiosa per tutti. Per questo, non faremo mancare il nostro sostegno alle occasioni di dialogo e di coordinamento settoriale tra gli attori coinvolti”. Sulla crisi libica “rimane essenziale conseguire l’obiettivo di assicurare l’unità, l’integrità e la sovranità del Paese, attraverso una soluzione politica complessiva dell’attuale impasse e a beneficio di tutta la popolazione libica”. Secondo il ministro”abbiamo una road-map verso una soluzione complessiva della crisi, con la creazione di una nuova autorità esecutiva, rappresentativa di tutte le regioni della Libia, e un traguardo fissato al 24 dicembre 2021 in libere elezioni parlamentari e presidenziali nel Paese. Si tratta di sviluppi indubbiamente positivi, ed è importante che siano affiancati e sostenuti da analoghi avanzamenti nel campo della sicurezza”, ha aggiunto. “Alla comunità internazionale tutta – sottolinea il ministro – resta l’obbligo di rispettare e proteggere da interferenze straniere e interne lo spazio di dialogo che i libici, anche grazie all’iniziativa di Unsmil, sono riusciti a crearsi in questo cruciale passaggio. Ma è chiaro che per l’Italia la stabilizzazione della Libia e il ripristino dello stato di diritto su tutto il suo territorio riveste un’importanza assoluta e prioritaria”. La conferenza si apre con un intervento sulla piattaforma web di Luigi Di Maio, ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e di Giampiero Massolo, presidente Ispi. Chiuderà i Med Dialogues venerdì 4 dicembre il presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte.
Redazione
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