Nostra intervista esclusiva al vice presidente del Consiglio pentastellato Devid Porello. Bilancio: i primi due anni e mezzo della Giunta Zingaretti. Accusa: dito puntato sulla maggioranza di centrosinistra “PTPR, nato male e finito peggio”
di Alberto Sava
Devid Porrello, nato a Civitavecchia il 5 marzo 1980. Laureato in ingegneria civile presso l’università La Sapienza nel 2004. Lavora per una società italiana di scavo in sotterraneo in diverse parti del mondo per poi ricoprire l’incarico di direttore del servizio trasporti e dogane. Inizia l’attività politica nel 2010 con il Movimento 5 Stelle e nel 2012 viene scelto come candidato sindaco nelle elezioni amministrative del Comune di Civitavecchia, non riuscendo però a conquistare nessuno scranno presso l’assise comunale. Nel febbraio del 2013 viene eletto al Consiglio Regionale del Lazio, ricoprendo l’incarico di vicepresidente della commissione speciale sul terremoto. Nel 2018 viene ancora eletto al Consiglio Regionale del Lazio e ricopre la carica di vicepresidente del Consiglio Regionale. Prima di passare alle domande e risposte, diamo spazio alla dichiarazione del vice presidente regionale Porrello che esprime soddisfazione per la sventata chiusura del deposito fiscale di Civitavecchia. “Un ottimo risultato ottenuto grazie alla collaborazione tra forze politiche e all’interessamento del direttore Marcello Minenna, incontrato la scorsa settimana proprio per trovare una soluzione alla vicenda. Ringrazio il Direttore per la sensibilità verso le necessità del territorio e per aver fatto rivedere il piano di sospensione alla società Logista Italia riconoscendo i vantaggi offerti dal deposito ai commercianti di tutto il comprensorio”. E ora spazio alla intervista.
L’Emergenza Covid ha trovato la sanità laziale stremata da dodici anni di commissariamento, terminato lo scorso luglio con il nulla osta del MEF. In quella fase di rallentamento della diffusione del Covid, Zingaretti annunciò corposi interventi con 358 mln per 276 cantieri di edilizia sanitaria nel piano “Ripartire Veloci”; 110 mln per tecnologie e il via a 5 nuovi Ospedali; 82 mln per la sanità territoriale. A che punto è la Regione Lazio?
“La sanità della nostra Regione ha dovuto affrontare questa emergenza non nelle migliori condizioni. 12 anni di commissariamento e scelte in campo sanitario a volte molto discutibili, e sicuramente poco condivise con il Consiglio, hanno sottoposto ad un intenso stress un sistema che ha retto e sta affrontando la pandemia principalmente grazie all’abnegazione del personale sanitario. Va considerato che il commissariamento ha portato al blocco totale del turn-over, cioè chi andava in pensione non veniva sostituito da nuovo personale, e che solo negli ultimi anni questa misura è stata allentata, pur non arrivando mai alla sostituzione complessiva del personale. Grazie allo sblocco da parte del Governo di ingenti risorse, la Giunta ha potuto programmare nuovi interventi di edilizia sanitaria che però vedremo nel corso dei prossimi anni. Piuttosto, la nostra attenzione si sta concentrando sul modello sanitario e sul rapporto tra sanità pubblica e privata. Su quest’ultimo punto, infatti, l’emergenza Covid ci ha fatto riflettere su come la sanità pubblica deve essere l’attore principale nel panorama sanitario, pronta a rispondere alle esigenze e ai bisogni dei cittadini senza mirare al profitto. La sanità privata può completare l’offerta di servizi sanitari, ma la priorità deve essere la gestione pubblica. Per quanto riguarda il modello, invece, è chiaro che ormai una sanità “ospedalocentrica” non è più attuabile. Infatti, la nostra azione all’interno del consiglio è sempre stata quella di sviluppare ad alti livelli la sanità territoriale, con un tipo di assistenza più vicina al cittadino e ricorrere ai nosocomi solo per attività di urgenza ed emergenza o per quella specialistica ed operatoria”.
Traporti, parliamo delle misure strategiche adottate anche per fronteggiare il distanziamento sugli autobus Cotral?
“Il mondo dei trasporti è stato interessato da molti provvedimenti per cercare di ottenere quel distanziamento sociale utile a tutelare la salute anche di chi viaggia usufruendo del trasporto pubblico. Naturalmente per cercare di ottenere questo distanziamento si è dovuti procedere ad una rimodulazione della portata dei mezzi e questo ha portato ad alcuni problemi. Infatti, alla riduzione del numero di persone che possono occupare i posti all’interno di un autobus non è seguito un attento studio della domanda e una conseguente rimodulazione del numero di corse per le tratte. In molti casi i cittadini hanno lamentato l’insufficienza di autobus sulle linee e questo grido di allarme arrivava soprattutto da quelle linee abitualmente usate da pendolari e studenti per raggiungere il proprio posto di lavoro o di studio. Attraverso atti di consiglio abbiamo portato all’attenzione della giunta queste problematiche, che hanno trovato poi maggiore attenzione da parte di COTRAL nel mettere a disposizione maggiori corse nelle linee più affollate”.
La Regione Lazio ha annunciato misure di sostegno all’economia e alle imprese del territorio, quanto è già arrivato nelle tasche dei diretti interessati?
“All’indomani del lockdown di marzo la nostra attenzione e il nostro lavoro si sono spostati naturalmente a capire quali misure la Regione potesse mettere subito in campo per contrastare il tracollo economico di famiglie ed aziende che si stava sempre più accentuando. Da qui è partito uno studio per capire quali fondi potessero essere dirottati da misure che avevamo pensato ed ottenuto con nostri emendamenti al bilancio di previsione verso forme di sostegno. Da questo tipo di lavoro, da fondi rimodulati dalla Regione e con i fondi provenienti anche dal Governo sono stati aperti una serie di bandi in vari settori che hanno visto una grande partecipazione da parte delle aziende. Uno su tutti, quello di sostegno di 10mila euro a fondo perduto per aziende della Regione che prevedeva uno stanziamento per coprire solo la metà delle oltre 45000 domande ricevute. Grazie ad un buon lavoro fatto anche in commissione bilancio si sono riusciti a reperire i fondi per soddisfare tutte le domande presentate. Quindi possiamo dire che tutti i fondi messi a bando, e anche qualcosa di più come abbiamo visto, sono arrivati nelle tasche di cittadini ed imprese che li avevano richiesti. Altre forme di sostegno che avevamo proposto non hanno visto luce, come quello per il rimborso degli abbonamenti Metrebus”.
La Giunta Zigaretti ha girato la boa di metà mandato. M5S alla Pisana svolge una opposizione attenta, da questa posizione può fare un bilancio, a tutto campo, dei primi due anni e mezzo a conduzione PD e del vostro ruolo?
“Questa legislatura ha visto una buona collaborazione su determinati temi tra maggioranza e M5S e tra consiglio e Giunta, ma i ruoli sono chiari e sono quelli che ci hanno affidato i cittadini con il loro voto. Come ha detto, la nostra è una opposizione attenta, come dovrebbe essere la normalità, invece di interpretare la funzione solo come un pretesto per lanciare attacchi su tutto e agglomerare consenso sulla protesta, che è molto più semplice che farlo con la proposta. Gli atti di Giunta sono sempre sviscerati e, quando necessario, oggetto di proposte di modifica, così come è sempre attenta la guardia sulle proposte che entrano nell’aula della Pisana. Abbiamo differenze, ma essere eletti in un’assemblea regionale vuol dire avere a che fare ogni giorno con tematiche e realtà diverse da quelle di appartenenza territoriale o culturale”.
L’Ambiente è da sempre una priorità pentastellata, a che punto è il PTPR (Piano Paesistico Regionale)?
“L’ambiente è la nostra prima stella ed è sempre stato l’argomento che ha contraddistinto il nostro Movimento. Uno degli strumenti di maggior tutela delle bellezze del nostro territorio è il Piano Paesistico Regionale che però in queste ultime settimane ha vissuto una storia che sa dell’incredibile. La Corte Costituzionale, infatti, ha accolto il ricorso del Governo ed ha annullato il piano paesistico della Regione Lazio avendo riscontrato il mancato coinvolgimento del MIBACT, in violazione del principio di leale collaborazione tra istituzioni, oltre che del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Un piano nato male e finito peggio, come avevamo più volte denunciato durante la sua discussione sia in Commissione che in Consiglio regionale. Dopo oltre 12 anni di colpevole immobilismo della regione che ha generato solo problemi, dalla Corte è arrivata una sonora bocciatura. Questa era evidentemente prevista dalla stessa Giunta, vista la nuova intesa raggiunta lo scorso luglio con il Ministero e che ha portato ad un atto trasmesso al Consiglio regionale. Peccato però che la maggioranza di centrosinistra non è stata in grado di completare la procedura di approvazione del nuovo accordo in tempo per scongiurare la pronuncia della Corte Costituzionale. Questo nuovo episodio rappresenta l’ennesima brutta pagina del Piano paesaggistico territoriale regionale che la maggioranza non è riuscita ad evitare, nonostante si sia recentemente pubblicamente impegnata per voce dei suoi capigruppo sui temi ambientali”.