E’ arrivato l’atteso giorno delle ‘nozze’ tra Fca e Psa che darà vita al gruppo Stellantis. Un matrimonio che alle quotazioni attuali unisce il gruppo italiano e quello francese in una maxi fusione da 44 miliardi di capitalizzazione a fine 2020. Occhi puntati anche sulla Borsa (all’ultima seduta, il 30 dicembre scorso, le azioni della casa italiana avevano chiuso a 14,66 euro per azione), per vedere quale sarà la reazione del mercato. Oggi quindi il passaggio cruciale con le due case automobilistiche che hanno convocato – a porte chiuse per le restrizioni legate al Covid – le rispettive assemblee degli azionisti. La strada per arrivare al consolidamento, che l’ex ad di Fca Sergio Marchionne vedeva fondamentale per il settore auto, fra cambi di paradigma e investimenti miliardari, è stata lunga e non sempre lineare. I primi abboccamenti, infatti, hanno visto protagonista proprio il compianto manager italo-canadese e Carlos Tavares, l’ad di Psa che guiderà il nuovo gruppo. Di fronte agli ostacoli, però, il Lingotto ha flirtato coi cinesi di Geely prima e con i coreani di Hyundai poi, per arrivare a un passo da una fusione con Renault, saltata quando la strada sembrava ormai in discesa, per tornare, infine, al tavolo con Psa Peugeot e a un matrimonio che farà nascere Stellantis, di cui il primo azionista sarà la Exor della famiglia Agnelli, che controllera’ il 14,4% del nuovo player dell’auto. Dietro al gruppo guidato dall’erede dell’Avvocato, John Elkann, ci saranno la famiglia Peugeot, lo stato francese (attraverso Bpi) e i cinesi di Dongfeng: saranno loro i principali soci di Stellantis, che avrà sede in Olanda, dove gli azionisti potranno sfruttare i diritti sul voto multiplo, stringendo la presa sul gruppo. I galloni di amministratore delegato rimarranno a Carlos Tavares, attuale guida di Psa: sarà lui a guidare una casa automobilistica il cui fatturato potrebbe sfiorare i 200 miliardi e i 9 milioni di veicoli l’anno. Se il manager sarà l’undicesimo uomo in un consiglio d’amministrazione altrimenti diviso pariteticamente fra l’anima italo-americana e quella francese, a presiedere il board rimarrà Elkann. Un ruolo cruciale lo avrà anche Mike Manley: dopo aver preso sulle proprie spalle, come numero uno di Fca, l’ingombrante eredità di Marchionne, il manager – protagonista in passato del rilancio del marchio Jeep – si occuperà del redditizio e cruciale mercato americano. Il voto dei soci dei due gruppi, ovviamente, sarà un passaggio fondamentale in vista della fusione, che Fca e Psa Peugeot vogliono chiudere entro il primo trimestre. L’accelerazione, annunciata lo scorso autunno, sembra legata alla convinzione che l’Antitrust Ue darà il proprio via libera al matrimonio grazie anche agli aggiustamenti messi in campo dai due gruppi su diversi fronti, a partire da quello dei veicoli commerciali leggeri.