Alexei Navalny è stato trasferito dal carcere ad una struttura medica carceraria perché affetto da “difficoltà respiratoria”, dopo che il dissidente ha dichiarato di essere affetto da tosse e febbre e che almeno 15 altri detenuti sono sotto cura per tubercolosi. Lo scrive il giornale russo Izvestia, citato anche da altri media, che aggiunge che Navalny è stato anche sottoposto a tampone per verificare un’eventuale infezione da Covid-19.
L’Izvestia cita un comunicato della colonia penale in cui si parla di “sintomi di una malattia respiratoria, inclusa febbre alta”. Il 44/enne leader dell’opposizione, che è ancora in sciopero della fame come protesta, si trova in una colonia penale della regione di Vladimir dopo che in febbraio gli è stata inflitta una condanna a due anni e mezzo per violazione dei termini della libertà provvisoria, in quanto si era rifugiato a Berlino, dopo l’avvelenamento da Novichok, quando avrebbe dovuto presentarsi al giudice, in quanto stava ancora scontando una vecchia condanna del 2014 per alcuni presunti illeciti, che lui contesta – e la Corte europea dei diritti gli ha dato ragione – come un falso. Fu arrestato nel momento in cui mise piede a terra a Mosca di ritorno da Berlino, in gennaio. Negli ultimi tempi ha denunciato torture psicologiche in carcere, come la sistematica privazione del sonno da parte delle guardie, una perdita di peso consistente (almeno 8 chili) e dolori alla schiena e alle gambe, che attribuisce alle dure condizioni di detenzione e a alla mancanza di vere cure mediche. Oggi un ennesimo messaggio di Sos: “Ho 38 di febbre e tossisco, nella mia squadra di detenzione ci sono tre malati di tubercolosi su 15 persone, ovvero il 20% dei reclusi”, ha scritto su Instagram. “Io naturalmente continuo lo sciopero della fame, per veder rispettato il mio diritto di essere visitato da medici di mia fiducia”.