mercoledì, Ottobre 30, 2024

Coronavirus, da domani tornano a scuola 8 studenti su dieci: 16 regioni diventano arancione

Da domani, lunedì 12 aprile, quasi tutta Italia sarà zona arancione. Sono solo 4 le regioni – Campania, Puglia, Sardegna e Valle d’Aosta – che restano o passano in zona rossa, con regole e divieti più restrittivi per scuola, spostamenti e categorie di negozi per contenere la diffusione del coronavirus. ‘Promosse’ invece in zona arancione ci sono Lombardia, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Toscana. All’interno delle varie regioni è possibile che ci siano delle zone rosse, come ad esempio in Toscana dove Firenze e Prato sono rosse. Il cambio di colore delle regioni è arrivato dopo i dati del consueto monitoraggio settimanale dell’Iss e del ministero della Salute sull’andamento della pandemia di coronavirus in Italia. L’indice di contagio Rt medio nazionale è pari a 0.92, in calo rispetto a 0.98 della settimana precedente, come evidenzia il report dell’Iss. Continua la diminuzione dell’incidenza di Covid in Italia, pari a 185 nuovi casi ogni 100mila abitanti rispetto ai 232,7 della settimana precedente, si apprende ancora. Per quanto riguarda ricoveri e terapie intensive, “rimane alto il numero di Regioni e province autonome che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e in aree mediche sopra la soglia critica, 15 Regioni contro le 14 della settimana precedente. Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è sopra la soglia critica (41%)”. La Sardegna è in poco più di un mese è passata da zona bianca a zona rossa. Era lunedì 1 marzo quando aveva conquistato la zona bianca. In una ventina di giorni è passata in arancione per finire, dopo più o meno gli stessi giorni, in zona rossa per arginare il coronavirus. A ‘condannare’ la regione a ulteriori restrizioni è l’indice Rt rilevato dal monitoraggio Iss-ministero della Salute: è pari a 1,54, il più alto d’Italia e ben al di sopra della soglia di 1,25 che fa finire automaticamente le Regioni in zona rossa. “Paghiamo una diffusione virale che ha camminato sulle gambe delle persone, non dobbiamo nasconderci dietro un dito, alcuni atteggiamenti non sono stati propriamente responsabili” ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas aggiungendo: “Sono dati riferiti a due settimane, mentre quelli dell’ultima settimana ci dicono che il contenimento è già in atto, si stanno riducendo i numeri. Faccio un appello ai cittadini, ai ragazzi, alle persone che devono spostarsi per lavoro: manteniamo le cautele, rispettiamo le norme sul distanziamento, sull’igienizzazione, usiamo le mascherine: dipende da noi poter tornare quanto prima a riaprire tutti gli esercizi” ha sottolineato il governatore. Intanto la scuola si ripopola sempre di più. Da domani infatti saranno 6,6 milioni gli alunni che torneranno in classe, il 77% degli 8,5 milioni di iscritti negli istituti statali e paritari, e cioè quasi otto su dieci. Quasi un milione in più rispetto alla settimana appena trascorsa, fa notare “Tuttoscuola” di questa settimana: ben 400mila solo in Lombardia che torna zona arancione. L’unica regione in controtendenza la Sardegna, da lunedì in zona rossa, dove 63mila alunni di seconda e terza media e delle superiori lasceranno le aule e si collegheranno da casa. In tutto saranno quasi 2 milioni quelli ancora a casa in Dad. Il premier Draghi ha fissato l’obiettivo di garantire l’apertura delle scuole per tutti gli studenti almeno per l’ultimo mese. E a meno di due mesi dalla fine delle lezioni l’obiettivo è vicino: raggiunto per i bambini della scuola dell’infanzia e primaria (100%), a un passo per gli alunni della scuola media (87%), ancora lontano per i ragazzi delle superiori (solo il 38% in classe, con la consueta alternanza del 50% nelle regioni in cui è consentito). Complessivamente si ritorna ai dati del febbraio scorso quando in presenza si erano sfiorati i 7 milioni in classe. Non è solo la conseguenza del DL 44 che ha consentito il rientro a scuola anche nelle zone rosse dei bambini della scuola dell’infanzia, degli alunni di primaria e di quelli del primo anno di secondaria di I grado, ma soprattutto il miglioramento dei dati del contagio che ha consentito a quasi tutte le regioni di rientrare o confermarsi in zona arancione.

Redazione
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