domenica, Dicembre 22, 2024

Sudafrica: è salito a 200 il numero delle persone morte nei disordini che stanno sconvolgendo il Paese dopo l’arresto dell’ex presidente Jacob Zuma

È salito a oltre 200 il numero delle persone morte nei disordini che stanno sconvolgendo da una settimana il Sudafrica, dove l’incarcerazione dell’ex presidente Jacob Zuma, sostenuto dalle fasce più povere della popolazione, ha scatenato un’ondata di incendi e saccheggi. A comunicare il triste bilancio è stato il governo. Nell’area di Johannesburg i morti sono 32. Altre 180 persone sono morte nella provincia orientale del Kwazulu-Natal. Rivolte che hanno accompagnato l’incarcerazione dell’ex presidente sudafricano Jacob Zuma. La situazione nella provincia di KwaZulu-Natal rimane instabile. Nella capitale provinciale Durban, lunghe file d’attesa si sono formate con la riapertura dei centri commerciali ma si possono acquistare solo sei beni a persona perché i negozi hanno subito pesanti saccheggi. È ancora difficile valutare complessivamente le perdite materiali causate dai furti e dalle distruzioni.  Il ministro della Difesa, Nosiviwe Mapisa-Nqakula, ha dichiarato di voler schierare 25.000 soldati nelle province di KwaZulu-Natal e Gauteng, epicentro delle violenze. Circa 2.200 individui sono stati fermati dalle forze dell’ordine. Da parte delle autorità, giungono appelli a non farsi giustizia da soli contro i saccheggiatori. Per il presidente sudafricano, Cyril Ramaphosa, “è chiaro” che l’ondata di violente rivolte e di massicci saccheggi che il Sudafrica ha vissuto negli ultimi giorni è stata “istigata” e ha ammonito che il suo governo non permetterà “anarchia e caos”. “È abbastanza chiaro che tutti questi episodi di disordini e saccheggi sono stati istigati, c’erano istigatori, c’erano persone che li pianificavano e coordinavano”, ha denunciato il presidente durante la sua prima visita nelle aree devastate, in particolare nella città costiera di Durban, nell’Est del Paese, una delle zone più colpite dalla violenza. Parlando alla stampa, sullo sfondo di una massiccia presenza militare e di polizia, Ramaphosa ha anche ammesso che avrebbero dovuto agire “più velocemente” di fronte all’ondata di vandalismo scattata dopo l’incarcerazione dell’ex presidente sudafricano Zuma. La situazione in Sudafrica si è “completamente stabilizzata”, ha riferito la Reuters citando il ministro Khumbudzo Ntshavheni, secondo cui le proteste e i saccheggi che per una settimana hanno scosso il Paese sono finiti. Le due principali arterie autostradali sudafricane, compresa la N3 che collega le province di Gauteng e Kwa-Zulu Natal, sono state riaperte e sono completamente operative.
Redazione
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