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venerdì, Luglio 26, 2024

Variante Omicron, ecco cosa sappiamo di questo virus isolato in Sudafrica lo scorso 26 novembre

Il 26 novembre l’Oms ha designato la variante B.1.1.529 come ‘Variant of Concern’ (Voc), con il nome di variante Omicron. Sintomi, efficacia vaccino e terza dose, trasmissibilità: ecco cosa sappiamo della variante isolata per la prima volta in campioni raccolti in Botswana e Sud Africa. Ci sono evidenze consistenti che Omicron abbia una maggiore trasmissibilità rispetto alla variante Delta in Paesi, si legge sul sito dell’Iss (Istituto superiore di sanità).
Gravità dell’infezione
I dati sulla gravità clinica dei pazienti infettati con Omicron sono stati raccolti settimana dopo settimana: i primi riscontri da Sud Africa, Gran Bretagna e Danimarca hanno suggerito una riduzione del rischio di ricovero per Omicron rispetto a Delta. Tuttavia il rischio di ricovero è solo uno degli aspetti della gravità della malattia. Servono maggiori dati da diversi Paesi per capire come gli altri indicatori, come l’uso di ossigeno o ventilazione meccanica o la mortalità, sono associati a questa variante nei casi severi. Le valutazioni relative ai ricoveri dei pazienti, con una riduzione delle ospedalizzazioni, devono tenere conto dell’eventuale effetto dell’immunità da infezioni precedenti o da vaccini, al di là delle caratteristiche meno virulente che vengono associate ad Omicron. Tutte le varianti del Covid-19, come ha ricordato l’Oms nei giorni scorsi, possono causare malattia grave o morte, in particolare nelle persone più vulnerabili per età o condizione fisica, e la prevenzione attraverso la vaccinazione e le misure di protezione non farmacologiche (distanziamento, igiene delle mani, mascherine laddove richiesto, rimane fondamentale.
Efficacia dei vaccini
I risultati in Gran Bretagna indicano una riduzione significativa nell’efficacia vaccinale contro la malattia sintomatica da Omicron rispetto a quella da Delta dopo due dosi di vaccino Pfizer o AstraZeneca. E’ emersa, tuttavia una efficacia maggiore verso la malattia sintomatica due settimane dopo il booster, comparabile o leggermente inferiore a quella verso Delta. Uno studio non ancora sottoposto a peer review riporta anche una perdita di efficacia del ciclo primario rispetto alla ospedalizzazione, sebbene di livello minore rispetto alla malattia sintomatica.
Redazione
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