Free Porn
xbporn
giovedì, Agosto 8, 2024

Le varianti del coronavirus non riescono a ‘bucare’ la protezione dei vaccini anti-Covid per almeno sei mesi

Le varianti del coronavirus non riescono a ‘bucare’ la protezione dei vaccini anti-Covid, che continuano a garantire protezione ed efficacia mantenendo dopo 6 mesi dalla vaccinazione una risposta reattiva contro tutte le varianti: in media si arriva a circa l’87-90%, il valore scende appena all’84-85% soltanto per Omicron, rispetto a quella iniziale post-vaccinale. E’ la buona notizia che arriva dai risultati di uno studio pubblicato sulla rivista ‘Cell’ da un team di ricerca de ‘La Jolla Institute for Immunology’, guidato da Alessandro Sette, dell’Università della California a San Diego, in collaborazione con il gruppo guidato da Gilberto Filaci, direttore dell’Unità di Bioterapie dell’Irccs Ospedale Policlinico San Martino di Genova e ordinario di Scienze tecniche di medicina e di laboratorio dell’Università di Genova. Dallo studio è emerso infatti che i vaccini oltre agli anticorpi stimolano la formazione di cellule T di memoria che sanno ‘smascherare’ e combattere il virus anche quando cambia faccia grazie alle mutazioni. Queste cellule, capaci di riaccendere in tempi brevissimi la risposta immunitaria sono la chiave per una protezione immunitaria di lunga durata, che protegga dalle forme gravi di malattia per molto tempo a prescindere dalle possibili mutazioni future del virus. “Lo studio consente di prevedere – spiega Filaci – che l’immunità indotta dai vaccini sia molto prolungata oltre che probabilmente efficace anche contro le varianti future. La dose booster si conferma come il metodo migliore per ‘richiamare alla lotta’ altre cellule T di memoria, rafforzando la nostra linea di difesa contro il virus”. L’esercito del sistema immunitario – spiegano i ricercatori – è diviso in due grandi ‘legioni’ che concorrono a una risposta immunitaria efficace. La prima è legata all’attivazione dei linfociti B, responsabili della produzione degli anticorpi che sono come missili, capaci di riconoscere e uccidere le cellule infettate dal virus. La seconda è legata all’attivazione dei linfociti T, cellule della memoria immunologica che perdurano molto a lungo anche dopo un eventuale calo degli anticorpi, come avviene nei soggetti vaccinati contro il Covid in cui si assiste a un decremento dei livelli di anticorpi già entro sei mesi dalla vaccinazione.
Redazione
Redazione
La nostra linea editoriale è fatta di format innovativi con contenuti che spaziano dalla politica allo sport, dalla medicina allo spettacolo.

Articoli correlati

Ultimi articoli