Un team di Medici Senza Frontiere (MSF) è appena rientrato da Odessa, città portuale nel sud dell’Ucraina, dove si è recato per pianificare una possibile risposta all’emergenza. Carla Melki, coordinatrice dell’emergenza di MSF ora rientrata in Moldavia, spiega i bisogni umanitari delle persone in città, l’intervento di MSF e i progetti futuri. Qual è la situazione a Odessa? “Parte della popolazione è fuggita da Odessa verso il confine moldavo. Chi resta in città non si muove molto, spostarsi è complicato a causa degli ingorghi nei pressi dei numerosi posti di blocco delle forze di sicurezza ucraine. Di notte c’è il coprifuoco e le sirene suonano più volte al giorno. Mentre eravamo lì, abbiamo sentito diverse esplosioni in lontananza, ma non sapevamo cosa le causasse o da dove venissero. La maggior parte dei negozi è chiusa, la vendita di alcolici è vietata, il carburante è razionato e i prelievi di contanti sono limitati. La città si sta chiaramente preparando ad un attacco e un assedio. Con quasi un milione di abitanti, Odessa è la terza città più grande dell’Ucraina ed è uno dei porti più strategici del paese. Nessuno si illude sul futuro, tutti si stanno preparando al peggio”.