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lunedì, Settembre 2, 2024

M5S, la “micro deroga” sul doppio mandato crea nuova confusione negli eletti

La deroga sul doppio mandato lui, Beppe Grillo, non l’avrebbe mai voluta: perché è una regola aurea del Movimento, potenziale pietra tombale sulla creatura creata con Gianroberto Casaleggio. Fino a sabato scorso, racconta chi lo ha sentito in questi giorni, nessuno spiraglio dal garante e fondatore – che invitava anche a ‘sistemare’ gli ‘scaduti’ con contratti ad hoc nella scuola di formazione M5S- poi, una telefonata dopo l’altra, qualche spiraglio nella giornata di domenica sembrava essersi aperto, su una ‘micro deroga’ – pensata dai vertici pentastellati – che salvasse meno del 10% degli eletti con due mandati alle spalle, fissata per l’esattezza al 5%, raccontano alcuni beninformati all’Adnkronos. Così da salvare una piccola pattuglia di fedelissimi, Roberto Fico e Paola Taverna, passando da Vito Crimi e Alfonso Bonafede, i nomi più gettonati per il ‘salvataggio’. Ma i dubbi di Grillo non erano ancora del tutto fugati, e dover correre contro il tempo per le primarie in Sicilia a favore di Giancarlo Cancelleri -visto con fumo negli occhi dal fondatore del Movimento – non gli andava a genio nemmeno un po’. Complice l’ondata di messaggi di peones e parlamentari esclusi dal potenziale ‘cerchio magico’ di favoriti, Grillo sarebbe tornato alla sua convinzione iniziale: nessuna deroga, la regola dei due mandati non si tocca.
Redazione
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