Torna libera l’ex sindaca di Terracina Roberta Tintari, arrestata il 19 luglio scorso nell’ambito di una indagine della Procura di Latina per corruzione. I giudici del Riesame, dopo una istanza presentata dai difensori, hanno disposto per l’ex sindaca l’obbligo di firma due volte alla settimana revocando gli arresti domiciliari. Tintari (FdI) il 20 luglio scorso aveva rassegnato le dimissioni dalla carica di prima cittadina. Le vengono contestati i reati di turbata libertà degli incanti e falso. L’indagine vede indagate complessivamente una cinquantina di persone, tra cui anche l’eurodeputato di Fdi, Nicola Procaccini. Al centro del procedimento la gestione delle concessioni balneari e marittime e una serie di appalti.
Le parole di Roberta Tintari
Dopo la decisione del tribunale della Libertà, Tintari contesta l’impianto accusatorio della procura definendo “illegittima” la misura cautelare disposta a suo carico. “Ho sentito il dovere di dimettermi per tutelare i miei familiari da tutto il fango che si è riversato anche su di loro. Il Tribunale del Riesame ha ora annullato l’ordinanza che ha disposto il mio arresto e, indirettamente, ha determinato il commissariamento del Comune di Terracina: ben quattro dei cinque capi di imputazione a me contestati per l’arresto, sono stati posti nel nulla dal Tribunale di Roma”. I giudici hanno confermato il capo di imputazione che riguarda la delibera comunale del 25 agosto del 2017 relativa alla finalità del ponte pedonale realizzato sul ‘portocanale’ a Terracina. “Valuterò con i miei avvocati Massimo D’Ambrosio e Dino Lucchetti, non appena saranno depositate le motivazioni del provvedimento del Riesame, se ricorrere contro questa residua limitazione imposta alla mia libertà – aggiunge Tintari – ma resta il fatto che oggi posso affermare che il mio arresto è stato disposto illegittimamente”.