Un gravissimo episodio di maltrattamenti quello che venne alla luce a Pasqua del 2013 quando i carabinieri di Fabbrico intervennero in un’abitazione di un operaio, dopo che le urla del figlioletto, all’epoca di 8 anni, erano state udite dai vicini. L’uomo tentò di depistare i carabinieri sostenendo che quelle urla erano della moglie e del figlio che avevano avuto una discussione aggiungendo che il piccolo era uscito per andare a giocare a pallone. Parole che non avevano per niente convinto i carabinieri di Fabbrico che entrarono e trovarono il bambino accucciato nella vasca del bagno, con gli evidenti segni di una inaudita violenza: era stato frustato con un cavo elettrico. Il bambino venne portato in ospedale, dove gli vennero riscontrate ferite giudicabili guaribili in 30 giorni mentre nel cesto dove si trovava la biancheria da lavare, a seguito della perquisizione, i carabinieri trovarono e sequestrarono un cavo elettrico di circa un metro e 1,5 cm di diametro risultato essere stato utilizzato contro il piccolo. L’uomo venne arrestato. Quindi l’iter processuale al termine del quale la Corte d’Appello di Bologna in riforma alla sentenza del 2 febbraio 2016 del Tribunale di Reggio Emilia ha condannato l’uomo, oggi un 53enne residente a Carpi (Modena), alla pena della reclusione di 3 anni con l’interdizione dei pubblici uffici per anni 5 in quanto ritenuto responsabile di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate. La sentenza divenuta definitiva ha quindi visto l’Ufficio esecuzioni Penali della procura di Reggio Emilia emettere a carico del 53emnne l’ordine di carcerazione che è stato trasmesso ai carabinieri di Fabbrico per l’esecuzione. I militari ricevuto il provvedimento e appurando che nel frattempo l’uomo aveva trasferito la residenza a Carpi, nella serata di ieri con i colleghi carpigiani hanno raggiunto il nuovo domicilio del 53enne e lo hanno arrestato in esecuzione del provvedimento restrittivo. Al termine delle formalità di rito, l’uomo è stato condotto in carcare per l’espiazione della pena: detratti i quattro giorni di custodia cautelare dovrà scontare 2 anni, 11 mesi e 26 giorni di reclusione.