Già evaso in passato
Sestito era già evaso nell’agosto del 2013, mentre si trovava in regime di semilibertà concessa dal carcere romano di Rebibbia, ed era stato poi riarrestato mentre si trovava “in vacanza” al mare nel Salernitano. L’uomo è ritenuto un esponente della cosca Iezzo Chiefari Procopio, anche se dopo l’omicidio dell’appuntato dei carabinieri era stato “redarguito” per quell’assassinio, avvenuto a un posto di blocco a Soverato il 20 agosto 1991, che avrebbe portato “troppo scompiglio nel territorio”. Sestito sparò tre colpi a bruciapelo all’appuntato, che mentre il collega controllava i documenti si apprestava a perquisire l’auto sulla quale si trovava in compagnia di altri, giudicati poi estranei al fatto. Latitante per circa un anno era poi stato arrestato e condannato all’ergastolo in primo grado nel 1993, pena poi ridotta a 30 anni in Appello. Il boss Vincenzo Femia, 76enne calabrese della cosca di San Luca, residente a Roma dove veniva considerato un esponente di spicco della malavita, venne invece ucciso in auto con nove colpi sull’Ardeatina. Un omicidio che si ritenne maturato in uno scontro tra ‘ndrine, con un conflitto per l’egemonia sul traffico di cocaina che per la prima volta si era spostato dalla Calabria a Roma. Era il 24 gennaio 2013. Nel 2021, per quel delitto, Sestito è stato condannato all’ergastolo nel processo di Appello ter, dopo due rinvii della Cassazione.