I microfoni degli inquirenti a registrare la consapevolezza di chi aveva fondato la prima Locale dei clan di ‘ndrangheta a Roma, una vera e propria struttura indipendente dalla Calabria. Ma anche le mani delle ‘ndrine sulla capitale. A certificarlo l’indagine ‘Propaggine’ della Direzione Distrettuale Antimafia che metteva in evidenza anche come il gruppo agisse su tutto il territorio capitolino gestendo locali, bar, ristoranti e supermercati, riciclando anche ingenti somme di denaro. Decine, nei mesi scorsi gli arresti. Ora la Procura di Roma ha chiuso le indagini sulla maxi inchiesta. A rischiare il processo per associazione mafiosa 67 indagati tra i quali i due boss che secondo quanto ricostruito erano al vertice dell’organizzazione criminale, Antonio Carzo e Vincenzo Alvaro, appartenenti a storiche famiglie ndranghetiste originarie di Cosoleto, in provincia di Reggio Calabria. Tra i reati contestati anche cessione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione aggravata e detenzione illegale di arma da fuoco.