Duplice omicidio e poi un suicidio a Riposto (Catania). Salvatore “Turì” La Motta, di 63 anni, si è tolto la vita davanti alla caserma dei carabinieri, sospettato di avere ucciso poco prima due donne. L’uomo era un “detenuto in semi libertà che stava usufruendo di una licenza premio” e sarebbe dovuto rientrare proprio il giorno dei delitti nel carcere di Augusta, nel Siracusano. La Motta aveva una relazione extraconiugale con la prima vittima, la 48enne Carmelina Marino assassinata in un’auto sul lungomare Pantano. L’altra donna, la 49enne Santa Castorina, è stata uccisa in un luogo poco distante nella stessa cittadina, appena scesa dalla sua macchina. Entrambe le vittime sono state colpite con una pistola al volto. Fratello di un noto boss locale Il 63enne che si è suicidato è il fratello di Benedetto La Motta, noto come “Benito” o “Baffo”, di 65 anni, arrestato dai militari dell’Arma nel luglio del 2020 nell’ambito di un’inchiesta su un omicidio e indicato come il referente a Riposto della “famiglia” mafiosa Santapaola-Ercolano. Il Killer si voleva consegnare, ma poi si è tolto vita “Il presunto killer – ha detto il comandante del reparto operativo dei carabinieri del comando provinciale di Catania – si è presentato in caserma dicendo di volersi consegnare. Era armato di pistola. I carabinieri hanno cercato di tenerlo sotto tiro, ma lui si è suicidato. Sono in corso le indagini per comprendere le motivazioni che si celano dietro i gesti dell’uomo per cercare di capire le dinamiche che lo legavano alle due donne”. Una persona sentita in caserma Una persona è stata interrogata dai carabinieri nella caserma di Riposto. La sua posizione è al vaglio della Procura di Catania. Avrebbe assistito al primo delitto, quello di Carmelina Marino. Gli investigatori stanno cercando di accertare i motivi della sua presenza: se sia stato un testimone involontario o un favoreggiatore di La Motta. L’uomo non era presente al ferimento mortale di Santa Castorina.