di Giuseppe Iacoviello
La Corte d’Appello di Palermo, con la Prima Sezione, ha accolto la richiesta di riparazione per ingiusta detenzione avanzata da Bruno Contrada, riconoscendogli un indennizzo di 285.342 euro. La decisione ribalta il precedente pronunciamento della Seconda Sezione e segue l’annullamento con rinvio da parte della Corte di Cassazione. A renderlo noto è il legale di Contrada, Stefano Giordano. Bruno Contrada, ex numero due del Sisde, fu arrestato il 24 dicembre 1992 con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e successivamente condannato a 10 anni di carcere. Ha scontato quattro anni e mezzo in prigione e tre anni e mezzo agli arresti domiciliari, mentre due anni di pena gli furono condonati per buona condotta. Tornò definitivamente libero nel 2012. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha successivamente stabilito che l’Italia dovesse risarcire Contrada, ritenendo che non avrebbe dovuto essere né processato né condannato, poiché all’epoca dei fatti contestati il reato di concorso esterno in associazione mafiosa non era definito in modo chiaro né prevedibile. Durante il procedimento, l’ex funzionario fu anche sospeso dalla pensione.