L’influenza cinese
Pechino, che pur essendo alleata di Mosca è rimasta in disparte senza mai appoggiare direttamente Putin, sembra dunque aver deciso di far pesare la propria influenza: si attende ora il discorso del presidente Xi Jinping in vista dell’anniversario dell’invasione russa per capire in quale direzione abbia intenzione di muoversi Pechino e in che cosa consista l’annunciata iniziativa che potrebbe porre fine al conflitto. “Vediamo cosa esattamente conterrà il piano cinese”, ha infatti commentato il nostro ministro degli Esteri, Antonio Tajani, spiegando che è comunque “positivo che ci sia, perché la Cina svolge un ruolo importante nei confronti della Russia”. E ha ricordato che “l’Italia ha chiesto alla Cina di lavorare per la pace” durante gli incontri che Wang ha avuto nei giorni scorsi a Roma con lo stesso Tajani e con il presidente Sergio Mattarella. “Ci sara’ anche un documento che porteremo alle Nazioni unite la settimana prossima – ha aggiunto -. Vedremo se si possono combinare le due cose”. L’idea di un’iniziativa cinese in Ucraina è stata però accolta con diffidenza dagli americani. Dallo stesso palco di Monaco, la vicepresidente Kamala Harris ha infatti replicato che “gli Stati Uniti sono preoccupati dal fatto che Pechino abbia approfondito le sue relazioni con Mosca dall’inizio della guerra”. E qualsiasi mossa della Cina “per fornire un sostegno letale alla Russia non farebbe altro che premiare l’aggressione, continuare a uccidere e minare ulteriormente un ordine basato sulle regole”. Anche per la presidente della Commissione Difesa tedesca, Agnes-Marie Strack-Zimmermann, l’annuncio cinese appare come “una storia per distrarre da quello che accade nel mare indocinese”, a Hong Kong come a Taiwan. Proprio su Taiwan, quando l’ambasciatore Wolfgang Ischinger ha chiesto a Wang Yi se potesse rassicurare la grande sala del Bayrischer Hof sul fatto che non sia imminente un attacco a Taiwan, l’inviato cinese ha risposto: “Io posso assicurare a questa platea che Taiwan è parte del territorio cinese. Non è mai stato uno Stato autonomo e non lo sarà neanche in futuro. Non è la Cina a voler cambiare questo status quo, ma forze separatiste a Taiwan. Noi dobbiamo impegnarci contro il separatismo”. Con un riferimento all’Ucraina, il diplomatico ha spiegato che Pechino “ripete quanto sia importante mantenere l’integrità e la sovranità territoriale”, avvertendo tuttavia che “questo deve valere anche per la Cina, e che non ci siano doppi standard”. Per Pechino, ha insistito, gli americani hanno “una percezione sbagliata della Cina” e condizionano i loro alleati. “Noi vogliamo che il mondo sia un posto più sicuro e lavoriamo per la pace”, ha chiosato.