Sono 59 i cadaveri recuperati finora dopo il naufragio di un barcone carico di migranti davanti alle coste di Cutro (Crotone): 26 sono uomini, 21 donne e 12 minori. Due gemellini di pochi anni sono stati ritrovati senza vita in mare e un bambino di neanche un anno sulla spiaggia. Le persone tratte in salvo sono 81: tra loro 22 sono in ospedale e una di loro è grave. Le altre 59 sono invece nel locale Centro accoglienza per richiedenti asilo. Il numero delle vittime potrebbe però salire ulteriormente, forse oltre 100. L’incertezza è dovuta al fatto che i soccorritori non hanno un numero attendibile delle persone a bordo. Secondo alcuni, i superstiti sarebbero circa 180. Per altri molti di più, almeno 250. Un conteggio reso difficile dal fatto che i sopravvissuti non parlano neanche inglese. L’imbarcazione, molto carica, non avrebbe retto al mare agitato. Sono intervenuti polizia, carabinieri, guardia di finanza, guardia costiera, vigili del fuoco oltre al personale del 118 e della Croce rossa. Il ministro Matteo Piantedosi presiede un vertice in prefettura. Un medico: “C’erano cadaveri che galleggiavano ovunque”. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi è arrivato a Crotone dove, dopo un breve sopralluogo alla spiaggia di Steccato di Cutro, si è recato in prefettura. Qui ha presieduto una riunione con tutti i rappresentanti del territorio e i vertici delle forze dell’ordine, carabinieri, polizia, guardia costiera e guardia di finanza. “L’unica cosa che va detta ed affermata è: non devono partire. Non ci possono essere alternative. Noi lanciamo al mondo questo messaggio: in queste condizioni non bisogna partire”, ha detto Piantedosi. “Tra Tunisia e Libia, da quando è in carica questo governo, sono state intercettate e riportate indietro 24mila persone e ne sono arrivate 14mila. Un grandissimo lavoro che è sostenuto anche da noi. Il tema, comunque, è sempre quello delle partenze”, ha aggiunto Piantedosi. “Quanto è accaduto a Cutro – dice il ministro – è una tragedia che ci addolora profondamente. E ci interroghiamo come sia possibile spingersi fino al punto di coinvolgere donne e bambini in traversate così pericolose. Stiamo cercando di implementare la capacità di altri Paesi di intervenire per risolvere questa situazione”. “Sulla questione dei migranti l’Europa, probabilmente, deve fare qualcosa di più. Il governo oggi può segnare un cambio di linguaggio in nostro favore. Ma il passaggio dalle parole ai fatti è di fondamentale importanza”, ha detto ancora il ministro Piantedosi. Il barcone era partito 4 giorni fa da Izmir, in Turchia. L’imbarcazione è stata individuata per la prima volta nella serata di sabato da un aereo di Frontex in pattugliamento a circa 40 miglia dalle coste calabresi. Immediatamente è partita la segnalazione ai soccorritori e sono usciti in mare una motovedetta e un pattugliatore della guardia di Finanza. Le condizioni proibitive del mare non hanno consentito di raggiungere il barcone e i due mezzi sono dovuti rientrare per non mettere a repentaglio la sicurezza degli equipaggi. L’imbarcazione è stata spezzata in due dalle onde, in una situazione di mare molto mosso. Le persone che si trovavano sul natante sono finite in mare e sono morte annegate.