Altra notte di ricerche in mare a Steccato di Cutro, nel crotonese, dove all’alba di domenica un barcone con almeno 180 persone a bordo è naufragato davanti alla costa. L’ultima vittima è stata recuperata ieri sera, poco prima delle otto, a Steccato, dove il mare ha restituito il corpicino di un bimbo tra i 7 e i 10 anni. Poche ore prima era stato rinvenuto il cadavere di un uomo di circa 30 anni. Sono 66, al momento, le vittime accertate del naufragio. Le salme al momento identificate sono 28, di cui 25 afghani, 1 pakistano, un palestinese e un siriano. La camera ardente al Palasport di Crotone aprirà questa mattina, a partire dalle 9. Sempre oggi è previsto un momento di preghiera per le vittime. “Ci siamo avvicinati all’imbarcazione, immergendoci in acqua, notando la presenza di due corpi privi di conoscenza, posti sotto l’imbarcazione e in pericolo di essere schiacciati dalla stessa durante il suo approdo a riva. Abbiamo estratto i corpi delle persone dall’acqua riscontrando che una donna era già deceduta, mentre un uomo si presentava annaspante e in evidente sofferenza respiratoria, pertanto, provvedevamo a prelevare anche questo corpo dall’acqua che, una volta sulla spiaggia e posizionato in condizioni di sicurezza, riprendeva via via coscienza”. Sono le parole del vicebrigadiere Gianrocco Tievoli e del carabiniere Gioacchino Fazio, contenute nella relazione allegata all’inchiesta sul naufragio. I due carabinieri sono arrivati sul luogo della tragedia alle 4.30 dopo avere ricevuto una chiamata alle 4.15 per una “richiesta di intervento in ordine a uno sbarco” di migranti. “Riscontrata la realtà dei fatti, in considerazione del fatto che noi militari eravamo gli unici soccorritori presenti, richiedevamo alla Centrale operativa l’inoltro degli aiuti del caso”. “Durante le operazioni di assistenza a quest’ultima persona – proseguono i due carabinieri – notavamo la presenza di altri corpi sulla spiaggia. Pertanto ci incamminavamo sulla battigia in direzione Steccato di Cutro-Botricello trovando altri tre corpi in acqua, pertanto ci immergevamo nuovamente prelevando i corpi che, una volta posizionati a riva, si accertava fossero già deceduti”. E poi, ancora, altri corpi. Dieci, quindici. La conta dei cadaveri è arrivata, fino a questo momento, a 67. Ma è destinata ad aumentare. Nel frattempo sono arrivati sul posto anche il personale del 118, della Gdf, della Capitaneria di porto e della Polizia di Stato, nonché personale civile del Centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto quale mediatore culturale e interprete “che provvedevano all’assistenza del caso”.