Al termine della prima, tesa settimana di polemiche, accuse, accesi dibattiti, si avvicina il momento della verità sulla strage dei migranti di Crotone. O, meglio, i redde rationem tanto chiesti dalle opposizioni al governo Meloni. L’appuntamento è per mercoledì, al Senato, dove il ministro dell’Interno Piantedosi è stato chiamato a rispondere sulla gestione della tragedia. Finora, l’esecutivo – blindando il Viminale e la linea di condotta illustrata in via ufficiale – si è difeso sui comportamenti tenuti da parte dei vari soggetti coinvolti, dalla Guardia Costiera alla Guardia di Finanza, ribadendo che Frontex non aveva segnalato un’emergenza ma soltanto la presenza di un barcone di migranti (versione confermata anche dalla premier da Abu Dhabi). Ma l’eventuale, annunciato incontro tra Giorgia Meloni e il suo ministro dell’Interno non ci sarà: in una nota diffusa da Palazzo Chigi di poco fa, si legge che “le indiscrezioni apparse su alcuni organi di stampa, relative a una convocazione a Palazzo Chigi del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e a presunte divergenze sulla linea interna al governo sull’immigrazione, sono letteralmente inventate e dunque destituite di ogni fondamento”. Intanto palazzo Chigi fa sapere che il Consiglio dei ministri è convocato per giovedì 9 marzo 2023 nel Comune di Cutro (KR). La riunione si terrà nel corso del pomeriggio. Saranno successivamente comunicati l’orario, la sede e l’ordine del giorno. Nel frattempo, da Potenza dove si trova per l’apertura dell’anno accademico dell’Università della Basilicata, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricorda a tutti che “di fronte all’evento drammatico avvenuto sulle coste calabresi, il cordoglio deve tradursi in scelte concrete, operative, da parte di tutti, dell’Italia e della Ue, perchè questa è la risposta vera”. Quasi contemporaneamente, si apprende che inizierà giovedì prossimo in Commissione Affari costituzionali della Camera l’esame della proposta di legge della Lega (prime firme di Igor Iezzi e Riccardo Molinari) che impone una stretta nei permessi per gli immigrati, riproponendo le norme del decreto Conte-Salvini del 2018, poi modificate dal decreto Conte-Lamorgese del 2020. La calendarizzazione è stata decisa nell’ufficio di presidenza della Commissione di giovedì scorso. Nel dibattito politico, da un lato Matteo Renzi chiede “un salto di qualità nella nostra discussione”, in riferimento alla discussione in Senato di mercoledì. Dall’altro, il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè, si spinge su un’analisi semantica delle parole espresse dal titolare del Viminale, ribadendo la fiducia di cui Piantedosi ancora gode da parte della maggioranza. Il ministro dell’Interno, infatti, “dopo aver visto con i propri occhi gli effetti della tragedia di Cutro – spiega l’esponente forzista – ha pronunciato alcune parole dettate a mio giudizio dal senso di frustrazione di un padre, di un genitore, che rifiuta l’idea che possa accadere una sciagura del genere. Che questo concetto sia stato espresso male? Beh, sulla semantica e sul lessico si può aprire un grande dibattito. Ma la sostanza è un’altra…”. Da Bari, invece, dove la Cgil ha organizzato una cerimonia in ricordo delle oltre 70 vittime del naufragio di Cutro, il sindaco Antonio Decaro e presidente dell’Anci ricorda che “la politica deve dare risposte, deve riflettere in silenzio per rispetto nei confronti delle persone che hanno perso la vita e dei loro familiari, ma anche rispetto al fatto che non siamo riusciti a dare una risposta a questo tema globale”.