“I dati del monitoraggio Covid evidenziano una situazione costante, con variazioni lievi. Si osserva una riduzione nell’incidenza del numero di casi ma quello che piace poco è un Rt che resta alto, anche se sempre per fortuna sotto la soglia epidemica di 1, ma un valore che evidenzia la possibilità di una continua presenza di Sars-CoV-2 fra noi”. A evidenziarlo all’Adnkronos Salute è il virologo Fabrizio Pregliasco, commentando i dati sull’andamento di Covid in Italia. “Siamo quindi – puntualizza – ancora in una situazione di circolazione ampia del virus”. I dati diffusi dal Ministero della Salute nel bollettino settimanale parlano di 23.988 casi e 216 decessi in ultima settimana, -10,1% e -5,3% in Italia. Tasso di positività stabile al 5%. L’indice Rt a 0,97 in aumento rispetto a 7 giorni fa. Inchiesta Covid: il 7 marzo 2020, due settimane dopo il Paziente 1, in una call con le Regioni italiane più colpite, chiesta dall’Oms, il dg del welfare lombardo Luigi Cajazzo, “presentò un quadro epidemiologico piuttosto allarmante” prevedendo al 26 marzo “2000 pazienti in terapia intensiva”. Chiese così “immediate misure restrittive” e di “chiudere i confini della Lombardia”, in quanto era una “questione di vita o di morte”. Ma dall’Oms “si mostrò esitazione” e dubbi sulla “scientificità delle azioni richieste”. Lo si legge nel verbale di Francesco Zambon, allora ricercatore dell’Organizzazione, agli atti dell’inchiesta di Bergamo sul Covid. Intanto il Tribunale dei ministri archivia la posizione di Conte, Speranza, Lamorgese, Guerini, Di Maio, Gualtieri e Bonafede relativamente alla gestione del Covid: scelte politiche, che non hanno causato la pandemia. Parte dell’indagine di Bergamo è stata trasferita a Roma: gli atti riguardano il mancato aggiornamento del piano pandemico e vedono indagati gli ex ministri Speranza, Lorenzin e Grillo.