L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha deciso di riformulare il sistema di classificazione delle varianti Covid con l’obiettivo di “rappresentare meglio l’attuale panorama globale delle varianti”, in rapido mutamento dopo l’avvento di Omicron. Il primo effetto della decisione dell’Oms è che BQ.1 (Cerberus), BA.2.75 (Centaurus), CH.1.1 (Orthrus), XBB (Gryphon), XBF (Bythos) e XBB.1.5 (Kraken) da ieri non sono più considerate sotto-varianti, ma varianti a tutti gli effetti. In una nota l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha spiegato che “rispetto alle varianti precedenti, Omicron rappresenta la variante di preoccupazione più divergente vista fino ad oggi”. Secondo quanto comunicato dall’Oms, da quando sono comparsi, i virus Omicron hanno infatti “continuato a evolvere geneticamente e antigenicamente con una gamma in espansione di sotto-lignaggi”. Da quasi un anno e mezzo Omicron domina la scena globale e da febbraio 2022 è responsabile del 98% dei contagi. Rappresenta quindi “il background genetico da cui probabilmente emergeranno nuove varianti di SarsCoV2”, riferisce l’Oms. Dopo aver analizzato i dati relativi alle varianti e alla loro diffusione, è stato deciso di considerare i sotto-lignaggi di Omicron in modo indipendente come “varianti sotto monitoraggio”, ha spiegato l’Oms. D’ora in poi le varianti saranno classificate in tre categorie di interesse: “varianti sotto monitoraggio”, “di interesse” e “di preoccupazione”, con quest’ultima che rappresenta la categoria di maggiore allarme. Per quanto riguarda l’attribuzione del nome, in futuro le lettere greche saranno riservate solo alle varianti che appartengono alla categoria di interesse classificata come “di preoccupazione”. Da ieri, inoltre la variante Kraken è stata classificata come “variante di interesse”. “Questi cambiamenti non implicano che la circolazione dei virus Omicron non rappresenti più una minaccia per la salute pubblica – ha sottolineato l’Oms -. Piuttosto, le modifiche sono state apportate al fine di identificare meglio minacce aggiuntive o nuove rispetto a quelle poste dagli attuali virus Omicron in circolazione”.