venerdì, Novembre 22, 2024

La missione della presidente di Taiwan negli Usa. L’ira di Pechino: “E’ una provocazione”

Il tour della presidente taiwanese Tsai Ing-wen nel continente americano irrita la Cina. Tsai, in partenza per un viaggio che la porterà in Guatemala e Belize, transiterà da New York e Los Angeles e potrebbe incontrare lo speaker della Camera statunitense McCarthy durante il passaggio in California. Una mossa che Pechino ha definito come una “provocazione” che “metterebbe a rischio la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan”, come ha detto in una conferenza stampa Zhu Fenglian, portavoce dell’ufficio cinese per gli affari di Taiwan, minacciando “contromisure risolute”. “Lo scopo – ha aggiunto – è creare un incidente per promuovere la politica “una Cina, una Taiwan, così da sostenere l’idea dell’indipendenza di Taiwan a livello  internazionale e cercare il sostegno delle forze anti-cinesi negli Stati Uniti ”. Gli Stati Uniti considerano eccessiva la reazione cinese e definiscono i piani della presidente Tsai coerenti con la politica dell’unica Cina che riconosce diplomaticamente Pechino, non Taipei. Tsai dovrebbe transitare per New York, dove riceverà un premio dal think tank Hudson Institute, il 30 marzo, e per Los Angeles il 5 aprile sulla via del ritorno. Si tratta del suo primo “viaggio” negli Stati Uniti dal 2019 – un breve scalo durante il quale non aveva incontrato rappresentanti politici di primo piano – e del settimo durante la sua presidenza. Se dovesse essere ricevuta da McCarthy a Los Angeles, a poco più di sette mesi dalla visita sull’isola di Nancy Pelosi, si tratterebbe del primo incontro sul suolo americano tra un presidente della Camera Usa e un leader taiwanese, e la prospettiva ha fatto arrabbiare Pechino. Anche perché tra meno di un anno a Taiwan si vota per le presidenziali – dove Tsai non potrà ricandidarsi – e il “vertice” potrebbe essere percepito come un implicito sostegno americano al Partito progressista democratico, inviso ai funzionari cinesi. La Cina rivendica Taiwan come propria e ha risposto alla visita di dell’ex presidente della Camera Nancy Pelosi con esercitazioni su larga scala intorno all’isola autogovernata che ha promesso di riconquistare con la forza, se necessario. “Le pressioni esterne non fermeranno la nostra determinazione a uscire nel mondo”, ha detto la presidente di Taiwan prima di imbarcarsi sul volo che la porterà negli Stati Uniti e ha aggiunto: “Non cederemo e non provocheremo. Taiwan camminerà con fermezza sulla strada della libertà e della democrazia e andrà nel mondo. Sebbene questa strada sia accidentata, Taiwan non è sola”. Mentre la presidente Tsai è in viaggio negli Stati Uniti e America Centrale, l’ex presidente di Taiwan Ma Ying-jeou è impegnato in un tour altamente simbolico della Cina. Ma, presidente dal 2008 al 2016, è una figura di spicco del partito nazionalista oggi in minoranza, il Kuomintang (KMT), che vuole una politica più conciliante con Pechino. Rimarrà nella Repubblica popolare fino al 7 aprile, guidando una delegazione di studenti in diverse città e rendendo omaggio ai suoi antenati nella provincia sud-occidentale dell’Hunan. Apparentemente il viaggio è di natura esclusivamente privata – e infatti non andrà nella capitale né incontrerà il presidente cinese Xi Jinping – ma resta comunque particolarmente significativo in un momento di forte tensione tra Taipei e la Cina e a 10 mesi dalle elezioni presidenziali a Taiwan. Anche perché è il primo ex leader taiwanese a visitare la Cina dopo la guerra civile cinese del 1949. L’ex presidente di Taiwan ha visitato a Nanchino il mausoleo del fondatore della Repubblica di Cina Sun Yat-sen – figura in grado di riunire Repubblica popolare e Taipei – ha sottolineato che “le persone su entrambi i lati dello Stretto di Taiwan sono tutte della stessa famiglia” e che condividono gli stessi antenati. Le due sponde dello Stretto di Taiwan “dovrebbero lavorare insieme per perseguire la pace e rivitalizzare la nazione cinese, che è una nostra inevitabile responsabilità”, ha detto. I media statali, che hanno dato un’ampia copertura alla storica visita, che il Global Times (il tabloid nazionalista del Quotidiano del Popolo), interpreta tra i gesti che mostrano “il desiderio del popolo di Taiwan per scambi pacifici e l’opposizione all’atmosfera di antagonismo creata dai secessionisti del Partito democratico progressista” dell’attuale presidente Tsai Ing-wen. Ma si è intrattenuto davanti alla statua di Sun, depositando fiori e inchinandosi tre volte, prima di scrivere otto caratteri cinesi – che si possono tradurre con “lotta per la pace, rivitalizza la Cina” – nella sala della calligrafia del mausoleo.
Redazione
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