Alta tensione nel mar Cinese meridionale, dove il ministero della Difesa di Taiwan ha rilevati 12 navi da guerra e 91 aerei da combattimento cinesi intorno all’isola, nel terzo e ultimo giorno di esercitazioni dell’Esercito popolare di liberazione. La Marina Usa ha riferito che il suo cacciatorpediniere missilistico Uss Milius ha condotto una missione sui diritti e le libertà di navigazione vicino alle Isole Spratly, rivendicate da Pechino. L’annuncio è maturato proprio mentre le forze armate cinesi sono arrivate al loro ultimo giorno di esercitazioni, in risposta all’incontro a Los Angeles tra la presidente di Taipei Tsai Ing-wen e lo speaker della Camera americana Kevin McCarthy. La Us Navy ha affermato che “l’operazione del cacciatorpediniere è conforme al diritto internazionale”.
“Malgrado il Comando del teatro orientale dell’Esercito popolare di liberazione abbia annunciato la fine delle sue manovre, i militari non allenteranno mai gli sforzi per rafforzare la prontezza al combattimento”, ha scritto il ministero in una nota, fornendo il bollettino delle incursioni alle ore 18 locali (le 12 in Italia).
La Cina: “Nave Usa entrata illegalmente vicino alle isole contese”
Il Comando del teatro meridionale dell’Esercito popolare di liberazione cinese ha riferito, attraverso un portavoce, di aver organizzato forze navali e aeree per “rintracciare e monitorare” il cacciatorpediniere Uss Milius quando “è entrato illegalmente nelle acque vicino alla barriera corallina cinese di Meiji nelle Nansha (isole contese note anche come Spratly, ndr), nel mar Cinese meridionale”.
Testato blocco intorno a Taiwan, anche con portaerei
La Cina, inoltre, ha riferito che i suoi jet da combattimento dotati “di armi reali” hanno condotto “attacchi simulati” vicino a Taiwan nell’ambito di operazioni che, impegnando anche la portaerei Shandong, hanno testato “un blocco intorno all’isola”. Molteplici caccia H-6K, “che trasportavano munizioni vere, hanno effettuato molteplici ondate di attacchi simulati su obiettivi importanti di Taiwan”, ha riferito in una nota il Comando del teatro orientale dell’Esercito popolare di liberazione cinese, precisando che la portaerei Shandong “ha partecipato alle esercitazioni”. Il Comando del teatro orientale dell’Esercito popolare di liberazione cinese ha reso noto di
aver completato “con successo” gli obiettivi dei tre giorni di “pattugliamento e di prontezza al combattimento” intorno all’isola di Taiwan, secondo una nota del portavoce Shi Yi.
Pechino: “Indipendenza e pace di Taiwan si escludono a vicenda”
La Cina, quindi, ha avvertito che “l’indipendenza e la pace di Taiwan” sono scenari “che si escludono a vicenda”. Il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin ha affermato, nel briefing quotidiano, che “le esercitazioni congiunte per affilare la spada” dell’Esercito popolare di liberazione cinese, partite sabato e che dovrebbero concludersi in giornata puntando a “circondare l’isola”, sono “un severo monito per le forze secessioniste di Taiwan e la loro collusione con forze esterne”, nonché “azioni necessarie per salvaguardare la sovranità nazionale e l’integrità territoriale”. Pechino considera Taipei parte “inalienabile” del suo territorio.