
arch. Ligini, Ortensi e Ricci (1) è stato fatto implodere nel 2008 per liberare l’area in cui realizzare le piscine della “Città dell’acqua e del benessere” e le altre strutture da destinare al Municipio (opere che avrebbero dovuto essere finanziate attraverso la costruzione di edifici non residenziali per 25.000 mq nella vicina area su viale Oceano Pacifico). La trasformazione del vecchio Velodromo, poi diventata demolizione, è avvenuta a seguito di un progetto iniziato nel 2003 in base ad un protocollo d’intesa per lo scambio di valorizzazioni tra Ministero delle Finanze e Comune di Roma. La prima delibera del Comune è la n. 84 del 03.04.2006 relativa “agli indirizzi al Sindaco per la sottoscrizione dell’Accordo di Programma concernente il programma di interventi per il recupero e la trasformazione dell’area del velodromo olimpico“. L’accordo di programma, molto complesso a causa degli impegni di cessione di alcune aree da parte di Eur spa (tra cui quelle necessarie per la realizzazione del centro del Comitato Paralimpico al Tre Fontane), e anche perchè prevedeva un concorso di progettazione bandito da Eur spa sotto la supervisione del Comune, sulla base di linee guida formulate da una commissione di esperti, è stato stipulato con la Regione nel 2007 e recepito nel PRG del 2008. Il Velodromo era stato vincolato dalla Soprintendenza e il concorso di progettazione era terminato con un complesso contenzioso, quando nel luglio 2008 viene fatto saltare in aria su indicazione di Eur spa, Ad Mauro Miccio. E’ accertato che l’implosione ha liberato nell’aria polveri di amianto*, dato che non tutti i materiali contenenti amianto presenti nella struttura erano stati eliminati prima della demolizione (2). In ogni caso la “città dell’acqua e del benessere” non venne poi realizzata. Passata la fase della corsa alla realizzazione di piscine per i Mondiali di nuoto del 2009, con il suo strascico di sperperi per opere incompiute e interventi della magistratura, Eur spa – dopo aver conferito alla fine del 2007 la proprietà dell’area in Aquadrome srl e averne poi ceduto il 51% a Condotte spa (ossia alla società che sta realizzando la Nuvola) – nel 2010 decide di cambiare progetto e realizzarvi edilizia residenziale, accompagnata da una serie di edifici per infrastrutture di standard . Le cubature previste, cresciute rispetto all’accordo di programma, avrebbero dovuto supportare anche la realizzazione del progetto della Formula 1 all’Eur, poi abortito. La Giunta Alemanno non è riuscita a far approvare la relativa variante (3), che prevedeva anche tre torri di altezza 80/90 m nell’area Oceano Pacifico, ritenuta poi dalla Giunta Marino troppo invasiva e quindi bloccata. Ma aleggia ancora sull’Eur lo spettro di decine di migliaia di mc di cemento da realizzare in quest’area (accompagnata giocoforza dalla totale eliminazione delle alberature), al fine di recuperare risorse per il disastrato bilancio di Eur spa e per il completamento della Nuvola di Fuksas. Un’ulteriore cementificazione rappresenterebbe un macigno insostenibile per la zona a sud dell’Eur, già satura a dismisura, sia per il traffico attratto e indotto sia perché l’area dell’ex Velodromo rappresenta ormai l’unico polmone di verde pubblico in una zona completamente edificata (Eur Castellaccio/Euroma2 – Ministero Sanità – Eurotower ecc (3) I comitati di zona hanno proposto all’amministrazione alcune destinazioni alternative, tutte incentrate sul soddisfacimento dell’interesse pubblico. E’ necessario in ogni caso che l’edificabilità dell’area sia ricondotta alla originaria destinazione a servizi pubblici, avendo presente che il quartiere necessita perfino di scuole dell’obbligo e di molte attrezzature di interesse generale (partecipative, culturali, sociali ecc ). La sostenibilità dei relativi interventi potrà essere assicurata mediante una parallela contenuta edificazione dell’attigua “area Oceano Pacifico” e/o con l’applicazione del project financing. Dovrà trattarsi in ogni caso di una progettazione partecipata dai cittadini.