domenica, Dicembre 29, 2024

Calano i furti ai bancomat, uno su tre nemmeno riesce 

Diminuiscono del 38% i furti commessi in Italia nell’ultimo decennio, passando dagli oltre 1,5 milioni del 2013 ai circa 958 mila del 2022. Lo stesso andamento ha caratterizzato anche l’incidenza che, dopo il picco registrato nel 2014 con 2.607 furti ogni 100 mila abitanti, è scesa fino al valore di 1.622 furti ogni 100 mila abitanti nel 2022. Questi i principali risultati del “Rapporto sugli attacchi agli Atm di banche e poste e agli OPT dei distributori di carburante” condotto da Ossif, il Centro di ricerca Abi sulla Sicurezza Anticrimine, e dal Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale, con la partecipazione di Poste Italiane, Unem ed Italiana Petroli e presentato oggi nel corso del convegno Banche e Sicurezza 2023, la due giorni di lavoro sui temi chiave della sicurezza. Più nel dettaglio, anche l’andamento del numero complessivo degli attacchi agli Atm e agli accettatori di banconote presso i distributori di carburante (OPT – Outdoor Payment Terminals) fa rilevare un trend decrescente. In particolare, nel 2021 gli attacchi complessivi si sono più che dimezzati rispetto al 2020 ed anche nel 2022 (382 episodi) è stata registrata un’ulteriore riduzione (-8,8%). I dati positivi dell’ultimo biennio hanno caratterizzato tutte e tre le diverse tipologie di reato (gli attacchi agli Atm delle banche, degli uffici postali e gli attacchi agli OPT) che, proprio nel 2021 e nel 2022, hanno fatto registrare i valori più bassi mai avuti, sia in termini assoluti che in relazione al numero di punti operativi. Con riferimento ai soli attacchi agli Atm emerge dal report una prevalenza degli episodi falliti, che proprio negli ultimi anni sono risultati in continua crescita in termini percentuali. Nel 2022, in particolare, solo un attacco agli Atm su tre è stato portato a termine. Negli ultimi anni, poi, è stata registrata anche una sensibile riduzione dell’ammontare complessivo sottratto che, considerando gli attacchi agli Atm delle banche e degli uffici postali, è sceso da oltre 20 milioni di euro nel 2016 a 3,7 nel 2022. Gli attacchi agli Atm effettuati con l’utilizzo di esplosivi hanno rappresentato la modalità prevalente di esecuzione. Lo scorso anno, questi attacchi hanno rappresentato il 52,3% di quelli complessivi, percentuale che cresce al 60,2% considerando solo gli attacchi agli Atm delle banche. Seguono gli episodi con effrazione dell’Atm e con asportazione dell’apparecchiatura. Analogamente, anche gli attacchi agli Otp presso i distributori di carburante avvengono con modalita’ ‘aggressive’. Venuti meno gli attacchi con abbattimento o sradicamento del terminale, dal 2016 ‘vanno di moda’ quelli tramite taglio/smontaggio del lettore di banconote e successiva aspirazione/cattura delle banconote contenute all’interno del terminale. Dalla seconda metàdel 2020, invece, si è registrata una recrudescenza degli attacchi tramite azione d’urto con mezzo meccanico, con una concentrazione del fenomeno in alcune regioni del Nord. Il fenomeno ha riguardato la tipologia di punto vendita non presidiato con vendite h24 in modalità self-service, senza la presenza del gestore, extraurbani, ubicati in prevalenza su strade statali. Stando al report, infine, lo scorso anno oltre la metà degli attacchi ad Atm ed Otp si è verificata in sole quattro regioni: Lombardia (71 episodi), Emilia-Romagna (48), Lazio (41) e Piemonte (39). Il calo degli attacchi ha caratterizzato complessivamente 8 regioni tra cui la Puglia, dove gli episodi si sono più che dimezzati (-61%). “In tema di sicurezza – ha detto il Direttore Generale dell’Abi Giovanni Sabatini – l’azione dell’Abi di implementazione del rapporto con le autorità di sicurezza (Dipartimento della Pubblica Sicurezza, Prefetture, Forze di polizia) ha consentito di realizzare, in stretta collaborazione, iniziative congiunte che hanno favorito il contrasto alle rapine e ai furti alle dipendenze bancarie, nonché ad altre forme di criminalità, rendendo al contempo più agevole approcciare le tematiche della sicurezza, attraverso il coinvolgimento delle autorità preposte nelle strategie di prevenzione. Centrale è il ruolo di OSSIF (l’Osservatorio per la Sicurezza Fisica, ndr) in termini di gestione di dati e informazioni che vengono raccolti in un apposito database anticrimine, che si sta rivelando sempre più essenziale nell’orientare le scelte nelle rispettive attività di rafforzamento delle misure di sicurezza, di controllo del territorio e investigative”. “Il rapporto di collaborazione tra il Dipartimento della Pubblica Sicurezza e l’Associazione Bancaria Italiana, consolidatosi nel tempo, anche attraverso la Direzione Centrale Polizia Criminale – ha spiegato Stefano Delfini, Direttore del Servizio Analisi Criminale – è sempre più esteso e mirato e rappresenta un’eccellenza nel panorama europeo. Consente di disporre di dati, elementi di analisi e di valutazione dei rischi con una tempestività non comune presso altri Paesi. Tramite la partecipazione all’Ossif, si è di fatto realizzata una efficace sinergia finalizzata allo scambio di dati attinenti ai reati predatori in danno non solo delle banche, ma anche di altri operatori e soggetti economici ed ha consentito di sviluppare nel tempo nuove forme di prevenzione e contrasto al crimine diffuso. Il costante, tendenziale decremento della criminalità predatoria in tale ambito oltre a testimoniare la validità degli sforzi profusi, rappresenta uno stimolo in più nel proseguire in questo impegno collaborativo”.

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