sabato, Aprile 26, 2025

Pd, oggi la direzione nazionale: c’è attesa per l’intervento di Elly Schlein

C’è attesa per la direzione Pd al Nazareno, in programma questo pomeriggio a partire dalle 15. Le ultime ore sono state piuttosto agitate in casa dei Democratici, dopo la partecipazione della segretaria Elly Schlein alla manifestazione del Movimento 5 Stelle di sabato. A non essere piaciute nel Pd sono soprattutto le parole di Beppe Grillo, che ha parlato di “brigate di cittadinanza” e passamontagna: anche per questo Alessio D’Amato, ex candidato alle regionali del Lazio di settembre ed ex assessore alla Sanità della giunta Zingaretti, ha deciso di lasciare l’assemblea nazionale del partito, pur tenendo per ora la tessera. “Brigate e passamontagna anche no. È stato un errore politico partecipare alla manifestazione”, ha scritto su Twitter. Un passo indietro che potrebbe scuotere la direzione di oggi, dove sono previsti gli interventi del governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, di Lorenzo Guerini e di Matteo Orfini. L’appuntamento di oggi è il primo dopo la sconfitta delle amministrative, che cade in un momento certamente difficile della vita del partito. A poco più di tre mesi dai gazebo che l’hanno eletta segretaria, Schlein potrebbe anche decidere di andare alla conta interna, valutando se mettere ai voti la relazione che terrà in apertura dei lavori. Sono infatti diversi i critici nei confronti dell’attuale linea politica, come il deputato ed ex ministro Lorenzo Guerini che ha già messo in chiaro la distanza che lo separa dalle scelte di questi giorni. I temi su cui dovrebbe vertere il discorso di Schlein sono la lotta alla precarietà e la difesa dei diritti sul lavoro, il no all’autonomia e la necessità di investire su scuola e sanità. La segretaria prometterà battaglia in Parlamento e mobilitazioni sui territori fin da subito. Per il primo si comincerà già da martedì: il voto sulle mozioni sul Pnrr presentate dalle opposizioni e l’esame del decreto-legge sul lavoro forniranno le prime occasioni. L’obiettivo è quello di saldare almeno sulle singole battaglie il Pd alle altre forze politiche di minoranza, incluse in alcuni casi Azione e Italia Viva. I Dem sono dunque pronti a sostenere l’emendamento del senatore di Avs Tino Magni che chiede che la perdita del Reddito di cittadinanza scatti solo quando si rifiuta un’offerta di lavoro “congrua”. Più difficoltà per quanto riguarda il fronte della giustizia, dove il Pd sembra essere a metà tra il Terzo Polo, più vicino alla maggioranza sull’abrogazione del reato di abuso di ufficio, e i Cinquestelle, che sono invece per mantenerlo, con i sindaci dem che tifano apertamente per i primi. Per quanto riguarda il salario minimo, dove il fronte delle opposizioni è più compatto, il destino sembra segnato: il governo ha fatto sapere di non essere disposto a imboccare la strada di questa riforma. La strategia dovrebbe puntare a evitare di lasciare al Movimento 5 Stelle i campi di battaglia che tradizionalmente sono percorsi anche dal Pd, il lavoro su tutti.

Articoli correlati

Ultimi articoli