sabato, Febbraio 8, 2025

Al via il summit Fao a Roma, obiettivo “Fame Zero” nel 2030

Circa 2mila partecipanti provenienti da oltre 160 Paesi, tra cui oltre 20 capi di Stato e di governo, partecipano al Summit sui sistemi alimentari delle Nazioni Unite che si tiene presso la sede della Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura a Roma da oggi fino al 26 luglio. L’Italia ha il ruolo non solo di nazione ospite, ma anche organizzatrice e promotrice dell’evento. Tra i temi che saranno affrontati il rapporto tra cambiamento climatico e sistemi alimentari, la denutrizione e le malattie legate alla cattiva nutrizione, che riguardano anche il nostro Paese. Obiettivo dei lavori è richiamare l’attenzione sulla sicurezza alimentare, “una crisi a livello planetario” e sulla necessità del coinvolgimento non solo dei Governi ma anche dei Parlamenti nella cooperazione internazionale. Il “Food System Summit” è un momento fondamentale per i 193 Paesi membri dell’Onu per riferire sui progressi compiuti a livello nazionale dal Vertice del 2021 e sui loro contributi al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030. Cerimonia di apertura presenza della premier Giorgia Meloni e del segretario Generale dell’Onu, António Guterres. Per raggiungere l’obiettivo “Fame Zero”, da qui al 2030, secondo l’Agenzia dell’Onu Ifad, sono necessari 400 miliardi di dollari aggiuntivi l’anno di investimenti nei sistemi alimentari. È un impegno gravoso quello che attende gli oltre 2mila partecipanti al Summit. Al momento ci sono ancora 43 milioni di persone rischiano di morire per mancanza di cibo, mentre quelle che sono in crisi alimentare sono tra i 691 e i 783 milioni, 122 milioni in più rispetto al 2019. La cerimonia di chiusura si terrà mercoledì 26 luglio, alla presenza del ministro degli Affari Esteri della cooperazione Internazionale Antonio Tajani e della vice segretaria generale Onu, Amina Mohammed. Il secondo vertice delle Nazioni Unite sui Sistemi alimentari sostenibili può essere una “vetrina globale per proporre” il modello alimentare della dieta mediterranea che “garantisce salute e lognevità” e che è anche “un modello culturale” ha affermato il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, intervenuto su Rai1. “Non possiamo permetterci che questo modello venga attaccato”, ha aggiunto, ricordando che è in corso “una battaglia per difendere la dieta mediterranea da attacchi esterni. Vogliamo che ci siano informazioni, non segnali allarme che rischiano di danneggiare la commercializzazione dei prodotti che fanno parte dieta mediterranea”, ha spiegato Tajani che ha citato il tentativo di inserire il vino nella lista delle sostanze cancerogene. “Il cibo è fondamentale per la buona salute. Le diete non salutari sono uno dei principali big killer e uccidono ogni anno 8 milioni all’anno, rappresentando una delle principali cause delle morti per malattie non trasmissibili. Molte di queste vittime sono legate a marketing aggressivo, eccesso di zuccheri e grassi, l’uso di sostituti del latte materno”. Mentre sono “4 le caratteristiche che rendono sana una dieta”. Lo ha detto il direttore generale dell’organizzazione mondiale della Sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus. Ci sono molti tipi di diete sane, provenienti da diverse culture e sistemi, “ma tutte – ha precisato il direttore generale dell’Oms – hanno 4 cose in comune: in primis, provvedono a fornire un adeguato numero di calorie, senza esagerare rispetto al fabbisogno”. In secondo luogo, “forniscono un equilibrio nella fonte delle energie, che devono provenire principalmente da carboidrati e grassi insaturi”. Inoltre, “prevedono una quantità limitata di zuccheri semplici, grassi trans e saturi, carni rosse, cibi processati. Infine sono costituite da un’ampia varietà di cibi e esser prive di sostanze chimiche nocive”. “Si registra una diminuzione del numero di persone che seguono le diete tradizionali salutari. Una percentuale minoritaria della popolazione segue i principi della dieta mediterranea, senza significative differenze tra regioni e lo stato socio-economico della popolazione”. Sono le parole del ministro della Salute, Orazio Schillaci, pronunciate durante il vertice sui sistemi alimentari delle Nazioni Unite, organizzato dalla Fao a Roma. Questo è vero anche in Italia, nonostante il nostro Paese “goda di una filiera agroalimentare di qualità che offre tutti i nutrienti della dieta mediterranea”, ha sottolineato Schillaci, intervenendo proprio durante la sessione dedicata alla dieta mediterranea.  L’invito è quindi a “impegnarsi tutti a favore del recupero e della diffusione delle diete tradizionali salutari. Il nostro obiettivo dovrebbe essere in primo luogo puntare sull’educazione alimentare con iniziative mirate”. 

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