Era di appena due settimane fa l’ultimo incidente mortale su via Cristoforo Colombo e con i due pedoni investiti e uccisi oggi all’altezza del semaforo con via di Malafede, l’arteria principale dell’Eur si conferma come una delle strade più pericolose della Capitale. Nella notte del 24 agosto scorso a perdere la vita è stato un 19enne morto mentre era alla guida del suo scooter. Solo dieci giorni prima, sulla stessa strada, finita spesso sotto i riflettori anche per la presenza di buche e radici di alberi sotto il manto stradale, era morto Saverio Piccioni, titolare di uno degli stabilimenti balneari più noti di Ostia, il Kursaal, anche lui deceduto mentre era alla guida di uno scooter. A causare gli incidenti sulla Colombo, spesso, è la velocità degli automobilisti. Lo scorso 19 ottobre una 24enne ha investito e ucciso il 18enne Francesco Valdiserri mentre camminava su un marciapiede di via Cristoforo Colombo. Per quell’incidente la ragazza alla guida, Chiara Silvestri, che a quanto emerso dalle indagini era al volante con un tasso alcolemico tre volte superiore al consentito e guidava ad una velocità superiore al limite autorizzato in quel tratto, è stata condannata lo scorso luglio a 5 anni in rito abbreviato. Sempre l’alta velocità sarebbe stata invece alla base dell’incidente avvenuto nell’agosto del 2015 su via Cristoforo Colombo, in cui perse la vita il manager Claudio Salini, che si schiantò contro un albero mentre era alla guida della sua Porsche. Anche in quell’occasione in fase di indagini la condizione del manto stradale finì sotto la lente degli inquirenti ma poi l’inchiesta è stata archiviata.