Roma si impegna per una riduzione delle emissioni inquinanti del 66,3 per cento al 2030 aumentando l’obiettivo previsto nel precedente piano che era del 51,6 per cento. E’ quanto prevede la delibera votata dalla giunta capitolina che contempla l’impegno della Capitale nell’ambito del C40, network delle grandi città del mondo impegnate sul clima. Lo riferisce in una nota il Campidoglio. La delibera traccia una revisione del PAESC (Il piano di azione per l’energia sostenibile e il clima), lo strumento con cui i Comuni definiscono i propri obiettivi e impegni sul clima come previsto dal Covenant of Majors (patto dei sindaci) della commissione europea. Il piano, approvato dalla giunta, andrà ora al voto dell’Assemblea capitolina per l’approvazione definitiva. Il nuovo PAESC, redatto dall’ufficio clima di Roma diretto da Edoardo Zanchini, con il supporto scientifico di Enea, Gse e Ispra prevede l’integrazione delle azioni previste e una revisione del target di riduzione delle emissioni. La revisione del PAESC è il primo passo del percorso di impegno sul clima che l’amministrazione ha intrapreso all’interno della “Mission 100 Neutral-climate and smart cities by 2030”, in cui Roma è stata selezionata dalla Commissione europea. Con il nuovo piano Roma definisce una curva di riduzione delle emissioni coerente con l’obiettivo di fermare entro 1,5 gradi l’aumento medio della temperatura globale entro questo secolo, come previsto dall’Accordo di Parigi, si legge ancora nella nota. Il Network C40 delle grandi città del mondo impegnate sul clima, di cui Roma è membro, ha elaborato uno scenario di impegno delle diverse città, e la capitale italiana si impegna per una riduzione delle emissioni del 66,3% al 2030 aumentando l’obiettivo previsto nel precedente Piano che era del 51,6%. L’obiettivo al 2030 è anche quello di fare della transizione energetica un volano di innovazione nei diversi settori e di creazione di nuovo lavoro attraverso investimenti nella produzione e condivisione di energia da fonti rinnovabili, nella mobilità sostenibile, nell’economia circolare, nella forestazione urbana. I punti qualificanti del PAESC rimangono la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio (le 211 scuole finanziate con il Cis, le 17 del Pnrr, gli interventi in corso sul patrimonio di edilizia sociale); il potenziamento delle infrastrutture di trasporto pubblico (realizzazione di 4 nuove linee di tram, prolungamento della Metro C, potenziamento delle linee ferroviarie regionali, creazione di nuove stazioni) e di realizzazione di nuove piste ciclabili, di rinnovo del parco autobus, di tram e metropolitane circolante. Inoltre si include: il completamento dell’impiantistica per la gestione circolare del ciclo dei rifiuti e delle materie prevista dal piano rifiuti: termovalorizzatore di trattamento della frazione indifferenziata con produzione di elettricità e calore, in cui è previsto un intervento pilota di cattura e stoccaggio delle emissioni di Co2, due impianti di biodigestione anaerobica, due impianti per la selezione di carta e cartone, plastica, 30 centri di raccolta distribuiti nei diversi Municipi e la forestazione, con la messa a dimora entro la stagione 2023-2024 porterà a piantare 136 mila alberi, finanziati attraverso le risorse del Pnrr, e di 20 mila da risorse del Decreto Clima, dal bilancio del Comune, dalla collaborazione con imprese e associazioni. “Il nuovo Piano Clima di Roma riduce le emissioni rispetto a quello del 2021 e porta le riduzioni delle emissioni da poco piu’ del 50 per cento al 66 per cento rispetto ai dati del 2003 entro il 2030”, spiega il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. “Roma fa la sua parte nella lotta ai cambiamenti climatici e lo fa con azioni concrete di rinnovo, rigenerazione, creazione di comunità energetiche – aggiunge -. Il settore su cui è necessario compiere lo sforzo maggiore sono gli edifici, che a Roma contribuiscono per oltre il 53 per cento delle emissioni. Ma oggi le possiamo ridurre fortemente grazie alle fonti rinnovabili e all’efficientamento energetico, come stiamo facendo nelle 211 scuole in corso di riqualificazione e nei progetti di edilizia sociale localizzati nelle periferie, finanziati dal Pnrr. La chiave fondamentale è unire equità sociale e sostenibilità ambientale. Lo dobbiamo alla nostra città e alle future generazioni, perché la Climate Crisis è una realtà e non più uno scenario possibile”. Per l’assessora all’Ambiente Sabrina Alfonsi l’approvazione del nuovo Piano Clima “rappresenta un ulteriore importante passo per rendere Roma una città all’avanguardia nelle azioni di contrasto ai cambiamenti climatici e al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione entro il 2030 fissati dall’Unione Europea. Come amministrazione siamo impegnati con un lavoro integrato su più fronti, a cominciare dal piano di forestazione urbana attraverso i progetti finanziati dal Pnrr e dal Decreto Clima, interventi cruciali per attenuare il fenomeno delle isole di calore e migliorare la qualità dell’aria. Fondamentali, poi, le azioni per favorire l’economia circolare previste dal piano rifiuti e i progetti per la diffusione delle energie rinnovabili. Azioni che le emergenze climatiche rendono non più procrastinabili e da cui dipende la qualità ambientale della nostra città”.