Sono 58 le città italiane dove la concentrazione di polveri sottili supera i limiti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ci abita il 73% degli italiani. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, in 58 centri urbani la concentrazione media di Pm 2,5 (rilevata nei primi mesi di quest’anno) ha superato il valore di riferimento, pari a 10 microgrammi per metro cubo. Da gennaio ad agosto 2023 la provincia più colpita risulta essere stata Cremona, seguita da Monza e Brianza, Milano, Mantova e Padova. A fornire i numeri dell’inquinamento nelle città è Deutsche Welle, in collaborazione con lo European Data Journalism Network di cui fa parte anche Il Sole 24 Ore. I picchi si registrano a Biella (concentrazione media annua di Pm 2,5 è passata dai 9,9 µg/m3 del 2018 agli 11,6 dello scorso anno, +17,2%), Lecco (+14,8), Vicenza (+14,3%), Como (+14,2), Varese (+14%), Lucca (+12,9) e Pistoia (+12,7%). La concentrazione media sale anche nelle province venete di Treviso, Verona e Padova. Mentre cala a Milano, Brescia, Pavia, Cremona, Mantova e Lodi. Roma si trova al 41° posto della classifica con un aumento del 3,3% tra il 2018 e il 2022. Al 35° posto c’è Torino, mentre Venezia è al 12°. Arezzo chiude la classifica. L’Oms ha abbassato nel 2021 il tetto di rischio. Negli ultimi cinque anni l’Italia registra un trend in crescita (+5,4%). In alcune province della Pianura padana (come Cremona, Milano e Padova) le morti premature da inquinamento sono state addirittura più di sette ogni mille abitanti.