Nel 2019, l’1% più ricco in termini di reddito della popolazione mondiale è stato responsabile di una quota di emissioni di CO2, pari a quella prodotta da 5 miliardi di persone, ossia due terzi dell’umanità. È l’allarme lanciato oggi da Oxfam con un nuovo rapporto, a pochi giorni dall’inizio della Cop28 sul clima di Dubai, in programma dal 30 novembre al 12 dicembre. Il dossier denuncia come le emissioni di cui è responsabile l’1% più ricco del pianeta causeranno 1,3 milioni di vittime a causa degli effetti del riscaldamento globale, la maggior parte entro il 2030. “La quota di emissioni di CO2 di cui è responsabile l’1% degli individui più facoltosi del mondo – osserva l’Oxfam – è salita al 16% nel 2019. In Italia nel 2019 il top 10% emetteva il 36% in più rispetto al 50% più povero della popolazione”. Secondo il rapporto “le emissioni di cui è responsabile l’1% più ricco del Pianeta causeranno 1,3 milioni di vittime a causa degli effetti del riscaldamento globale, la maggior parte entro il 2030. Vittime che si potrebbero evitare con un radicale e immediato cambio di rotta”. Secondo un precedente studio Oxfam, un aumento dell’imposizione sui grandi patrimoni consentirebbe di raccogliere fino a 1.400 miliardi di dollari all’anno, risorse vitali che potrebbero in parte contribuire, se appropriatamente veicolate, ad aiutare i Paesi in via di sviluppo – i più colpiti dalla crisi climatica – ad adattarsi ed affrontare perdite e danni da eventi climatici estremi. Secondo l’UNEP i costi di adattamento per i Paesi in via di sviluppo saliranno a 300 miliardi di dollari all’anno entro il 2030. La sola Africa avrà bisogno di 600 miliardi di dollari tra il 2020 e il 2030. Oxfam chiede inoltre che vengano maggiormente tassati i rendimenti degli investimenti più inquinanti allo scopo di scoraggiarli. Questo emerge dal rapporto Oxfam pubblicato prima dell’inizio di Cop 27.