Per due italiani su tre (67%) il cambiamento climatico è un tema prioritario tra le questioni internazionali, secondo solo alla pace e alla sicurezza globale (76%). Emerge dall’ultimo sondaggio realizzato da Quorum/YouTrend per Sky TG24. Poi ci sono la crescita dell’economia e del commercio (56%) e l’eliminazione della fame nel mondo (41%). Seguono, tra le opzioni sondate, la diffusione della democrazia (25%) e la conservazione del patrimonio culturale (21%). Se la pace e la sicurezza globale sono considerate in cima alla lista dall’80% di chi ha più di 55 anni, tra gli under 35 è invece il cambiamento climatico a imporsi come questione più importante (71%). La diffusione della democrazia è particolarmente sentita tra i supporter dei dem (36%), la conservazione del patrimonio culturale dagli elettori di centrodestra dei partiti diversi da Fratelli d’Italia (27%). Parlando della Cop28 di Dubai, emerge che solo un italiano su tre (30%) sa indicare correttamente l’argomento di cui si occupa la Conferenza: “Misure per combattere il cambiamento climatico”. Il 42% dà una risposta errata e il 28% dichiara di non saperlo proprio. Fra le parti politiche, i meglio informati sono gli elettori Pd (il 52% sa dire cosa che cos’è la Cop). Chi ha la maggiore responsabilità nel contrasto al cambiamento climatico? Per il 38% degli intervistati è il governo. Poi ci sono le grandi imprese (24%), i singoli cittadini (15%), le organizzazioni non governative (6%) e le piccole e medie imprese (4%). Solo il 30% dei partecipanti al sondaggio valuta come “sufficiente” l’azione dell’Italia – intesa come sistema Paese – nell’affrontare il cambiamento climatico. Per il 61% è insufficiente. Su questo dato emerge un forte divario di genere (il 34% degli uomini la giudica sufficiente, contro il 26% delle donne) e politico: meno di un elettore di opposizione su quattro la giudica sufficiente (Pd 19%, M5S 23%), mentre fra gli elettori di maggioranza la valutazione maggioritaria è sufficiente (FdI 54%, altri partiti 61%). Il divario è significativo: nella domanda non veniva citato il governo Meloni, ma solo “l’Italia” in generale. Le stesse percentuali riscontrate relativamente alla rilevanza delle azioni del Vaticano le si ritrova parlando dell’azione dei giovani attivisti, come ad esempio Fridays for Future: per il 37% degli intervistati sono rilevanti, per il 53% no. Posti di fronte alla possibilità di fare sacrifici per contrastare in prima persona il cambiamento climatico, il 68% degli italiani indica almeno un’opzione, mentre il 21% dice che non sarebbe disposto a fare sacrifici e l’11% non sa. I tre sacrifici indicati come i più percorribili: dire addio alla carne, all’auto o all’aereo. La seconda opzione più scelta, quasi appaiata, è la rinuncia a spostarsi in auto (33%). Questa è la strada più scelta dai giovani (51%), mentre la sua percentuale diminuisce drasticamente con l’età. Si tratta anche dell’opzione più gettonata da parte degli elettori del Pd (48%), sintomo di un elettorato più concentrato nei grandi centri urbani con sistemi di trasporto pubblico migliori.