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sabato, Ottobre 12, 2024

Cerveteri-Ladispoli, alziamo l’asticella e impariamo a fare squadra

di Riccardo Dionisi

Non sono solito entrare in queste polemiche di basso livello, ma oggi credo se ne stia alimentando una che non ha né capo, né coda. Mi dispiace constatare, tra l’altro, che siano anche i colleghi della carta stampata locale ad alimentarla e a gettare benzina sul fuoco. Mettere sempre e continuamente a paragone Cerveteri e Ladispoli, sperando che la popolazione delle due cittadine si getti nella mischia a fare una gazzarra, è veramente stucchevole. La ruota di qua, la pista di là: Cerveteri batte Ladispoli, Ladispoli è più viva di Cerveteri e via discorrendo. E il web si scatena a suon di rivendicazioni e di campanilismi che, oggi, mi sembrano davvero demodé e rigettano le due comunità indietro negli anni quando, chi scrive l’ha vissuta anche in prima persona, vi era un astio culturale davvero pesante a dividere la statale Aurelia. Cerveteri e Ladispoli hanno amministrazioni di colore opposto, ma questo non significa che una sia immune da problemi rispetto all’altra. Entrambe hanno le loro belle gatte da pelare, i loro problemi di natura culturale ed economica con un tessuto sociale che rischia di esplodere da un momento all’altro. Cerveteri e Ladispoli sono due realtà completamente diverse e complementari. Cerveteri è custode della storia, dell’archeologia, è Patrimonio dell’Umanità, vive di tradizioni anche enogastronomiche e qualche volta appare troppo arroccata e seduta sul suo passato. Ladispoli è città di turismo estivo, di locali lungo il viale. Sono complementari e speculari. Piuttosto che stare a farsi la guerra e a specchiarsi per capire chi sia la Regina del reame dovrebbero fare più squadra e imparare a condividere maggiormente la gestione dei servizi al pubblico. Pensare che sia la stampa ad alimentare questa diatriba (mi auguro che la polemica sia stata creata ad arte per far scattare gli sfottò e non perché dettata da malsano tifo), mi lascia l’amaro in bocca. Cerveteri e Ladispoli hanno la fortuna di occupare un territorio splendido, ricco di opportunità, ma anche pieno di lati oscuri. Continuiamo a sfotterci in modo goliardico, facendo il tifo per la propria terra di residenza, ma guardiamo oltre e soprattutto facciamo quel salto culturale che troppo spesso lamentiamo di non saper fare.

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