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mercoledì, Ottobre 9, 2024

Reggio Calabria, tentano far ritrattare una denuncia per stupro suggerendo anche il suicidio: arrestati 4 familiari

Avrebbero tentato di far ritrattare la denuncia di abusi sessuali e violenza subita, arrivando persino a suggerirle il suicidio e a costringerla a sottoporsi a una visita psichiatrica per farsi dichiarare non capace di intendere e volere. Tutto questo, probabilmente per timore di ritorsioni da parte delle famiglie mafiose cui apparterrebbero alcuni indagati. A perpetrare questa ulteriore violenza, i parenti stessi della vittima minorenne, una delle due che subirono violenza di gruppo e che con le loro denunce hanno portato agli arresti 4 persone e 16 indagati, nell’operazione della polizia denominata “Masnàda”, del 15 novembre scorso. Per questo nella mattina di oggi gli agenti della polizia di Palmi, coadiuvati da personale dell’UPGSP della Questura di Reggio Calabria, hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misura cautelare, emessa dal Tribunale di Palmi, con cui sono stati disposti gli arresti domiciliari nei confronti di 4 soggetti, due donne e due uomini, indagati per i reati di violenza o minaccia per costringere a commettere reato ed intralcio alla giustizia, commessi in concorso tra loro. I poliziotti hanno accertato svariati e reiterati episodi di vessazione subìti dalla giovane vittima da parte dei propri familiari, in particolare dal fratello, dalla sorella e dai rispettivi compagni, che, contrari alla sua scelta di denunciare, hanno costantemente tentato di ostacolarne la collaborazione con gli investigatori, tentando in svariati modi di farle ritrattare quanto già dichiarato davanti all’Autorità Giudiziaria. Oltre ad averla invitata al suicidio ed aver disattivato la scheda telefonica simulandone uno smarrimento, è emerso come gli indagati avessero anche tentato di costringere la ragazza a sottoporsi a una visita psichiatrica, con l’intento di ottenere una certificazione medica attestante la sua non capacità di intendere e di volere, rendendone così inutilizzabili ed inattendibili le dichiarazioni. Gli agenti hanno anche effettuato perquisizioni personali e locali che hanno consentito di sequestrare dispositivi elettronici, informatici e telefoni cellulari. Le denunce delle vittime, all’epoca delle violenze entrambe minorenni, hanno portato il 15 novembre scorso, all’arresto di 4 persone con l’accusa di violenza sessuale aggravata ai danni delle due giovani originarie della Piana di Gioia Tauro e di altre 16 persone indagate e sottoposte a decreti di perquisizione personale e domiciliare per lo stesso reato.

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