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martedì, Ottobre 8, 2024

Caso La Russa jr, aperta inchiesta anche per revenge porn

Leonardo Apache La Russa e il suo amico dj Tommaso Gilardoni coinvolti in una nuova indagine: la 22enne che li accusa di stupro ha presentato stavolta denuncia per “revenge porn” a causa di alcuni video presenti sui loro cellulari. La Procura di Milano ha aperto anche un fascicolo parallelo per “diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti”. L’indagine, al momento a carico di ignoti, è scaturita dalla denuncia presentata dalla 22enne e che fa riferimento alle notizie apparse sui media relative all’esistenza di video di quella nottata tra il 18 e il 19 maggio, che sarebbero stati realizzati da Gilardoni e dal figlio del presidente del Senato. Gli investigatori dell’inchiesta principale sulla presunta violenza sessuale, coordinata dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm Rosaria Stagnaro e condotta dalla Squadra mobile, hanno rintracciato un brevissimo video di quella notte nel telefono di La Russa junior (che era stato sequestrato dalla procura), ma che non ha contenuti a sfondo sessuale. Gli altri tre video, invece, uno dei quali sarebbe stato realizzato da Leonardo Apache, sarebbero sul telefono che Gilardoni ha consegnato il 12 dicembre scorso, giorno in cui è stato interrogato, e ora dovranno essere estrapolati con la forma dell’accertamento irripetibile, ancora non fissato, e poi visionati dagli inquirenti. Secondo l’amico dj di Apache La Russa quelle riprese riguarderebbero, a suo dire, rapporti consenzienti con la ragazza, da lui definita cosciente e consapevole. Un “gioco”, quello di filmarsi, che, avrebbe spiegato anche La Russa jr nell’interrogatorio di mercoledì, la ragazza avrebbe accettato. Dopo aver appreso dell’esistenza dei filmati dai media, il legale della giovane ha depositato in Procura una denuncia di poche righe in cui fa riferimento alle notizie di stampa, senza indicare, comunque, i nomi dei due giovani come possibili persone da indagare. Il revenge porn, reato per chi diffonde video privati Da qui l’iscrizione del fascicolo a modello 44, ossia a carico di ignoti, per il reato di “revenge porn” che punisce chi “invia, consegna, cede, pubblica o diffonde immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate”. Gli inquirenti, dopo l’estrapolazione di quei filmati che ancora in pratica non sono agli atti dell’inchiesta, dovranno verificare se i due ragazzi li abbiano inviati l’uno all’altro e se siano circolati o meno tra i loro amici.

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