lunedì, Dicembre 23, 2024

Erdogan attacca: “Netanyahu come Hitler”

La guerra in Medioriente giunge al giorno 83. Il ministro Gantz avvisa il Libano: “Fermate Hezbollah o lo farà Israele”. Botta e risposta tra Erdogan e Netanyahu: il presidente turco accusa il premier israeliano di “comportarsi come Hitler”; lui replica: “Non accettiamo prediche dalla Turchia”. Per la prima volta l’Iran ammette di essere parte in causa nell’attacco di Hamas a Israele compiuto il 7 ottobre. Ramadan Sharif, portavoce dei guardiani della rivoluzione iraniana (Pasdaran), ha detto che si è trattato di una rappresaglia per l’uccisione del generale iraniano Qasem Soleimani avvenuta nel 2020. E Teheranm che all’epoca promise vendetta, ha detto anche all’Onu di avere il diritto di rispondere a Israele. Intanto Israele dice: “La guerra andrà avanti ancora per molti mesi”. Ma Hamas ha smentito la ricostruzione di Teheran: “Siamo noi a esserci vendicati per occupazione di Israele”. I raid israeliani sui civili di Gaza non si fermano: almeno sei vittime per un attacco di droni sul campo profughi di Nur Shams, in Cisgiordania, mentre sono 20 i morti per un attacco vicino all’ospedale Al-Amal a Khan Younis. L’esercito israeliano ha comunicato che continuerà le sue operazioni a Khan Younis, la principale città del sud della Striscia di Gaza, includendo nelle sue attività anche i campi profughi del territorio. Lo stato maggiore dell’esercito ha avvertito anche di un’intensificazione degli scontri lungo il confine con il Libano. Il presidente francese Emmanuel Macron ha chiesto un “cessate il fuoco duraturo” a Gaza durante una chiamata con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu mentre una crescente crisi umanitaria attanaglia il territorio palestinese. Lo ha reso noto l’ufficio di presidenza francese, precisando che Parigi “lavorerà nei prossimi giorni in collaborazione con la Giordania per realizzare operazioni umanitarie a Gaza”. La popolazione di Gaza è in “grave pericolo”. Lo ha detto il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus. L’Oms ha affermato di aver consegnato forniture a due ospedali martedì, sottolineando che solo 15 dei 36 ospedali della Striscia funzionano a pieno regime. La comunità internazionale deve prendere “misure urgenti per alleviare il grave pericolo che affligge la popolazione di Gaza e che mette a repentaglio la capacità degli operatori umanitari di aiutare le persone con ferite terribili, fame acuta e a grave rischio di malattie”, ha detto Ghebreyesus. L’ufficio per gli Affari umanitari delle Nazioni Unite ha avvertito che la portata e l’intensità delle operazioni di terra e dei combattimenti tra le forze israeliane e i gruppi armati palestinesi a Gaza stanno ostacolando la consegna degli aiuti. “Le operazioni umanitarie si trovano ad affrontare crescenti sfide operative a causa dell’intensificarsi delle ostilità, dell’insicurezza, delle strade bloccate, della scarsità di carburante e delle comunicazioni estremamente limitate”, ha affermato l’Ocha in una nota esprimendo “la sua grave preoccupazione per il continuo bombardamento del centro di Gaza da parte delle forze israeliane”.

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