Siamo davanti a una notizia priva di qualsiasi fondamento che offende e amareggia: nessuno o nessuna, né a Cerveteri né a Ladispoli, ha mai pensato di poter arretrare nella lotta e nel contrasto alla violenza di genere e sulle donne. Ricordato che a Cerveteri è attivo da tempo un Centro antiviolenza, che rappresenta un presidio fondamentale per tutto il territorio, la volontà delle due amministrazioni è sempre stata quella di potenziare i servizi a disposizione della cittadinanza. Nel caso specifico dello Sportello antiviolenza, l’idea sulla quale si è ragionato con il sindaco Alessandro Grando e la Sindaca Elena Gubetti in questi mesi, in vista della nuova programmazione del Piano sociale di zona, è di rafforzare la parte relativa alla sensibilizzazione delle categorie più esposte. Quindi, non soltanto l’apertura in determinati orari di un punto di ascolto, ma una attività quotidiana da svolgere fra le persone, nelle scuole, nei punti di aggregazione, con iniziative di comunicazione diretta, anche con il coinvolgimento delle Forze di polizia, e meno formale, perché, come dimostrano i troppi casi di cronaca, rimane una certa difficoltà a fare emergere gli episodi di violenza domestica e nei luoghi di vita e di lavoro. Il servizio così potenziato sarà poi dato in affidamento ad un soggetto avente tutte le caratteristiche richieste, seguendo le regole di massima trasparenza e correttezza che disciplinano le attività della pubblica amministrazione, con un bando pubblico. Con un certo rammarico ci troviamo a leggere sui giornali qualcosa che non capiamo perché sia stato affidato alla stampa, contestualmente alla pubblicazione è stata inviata una mail ai Sindaci che ovviamente non hanno avuto modo di rispondere, cosa che la dice lunga sulla voglia di collaborare, nessuno ha intenzione di chiudere lo sportello e nei mesi scorsi avevamo condiviso la proposta di dare un taglio diverso allo sportello antiviolenza più centrato sulla sensibilizzazione, proposta che era stata appoggiata pienamente in un tavolo operativo promosso dalla asl, dove era presente l’associazione unione donne, nella persona di Mara Caporale.
Con rammarico prendiamo atto che si preferisce polemizzare invece che costruire insieme.
FIOVO BITTI delegato del Comune di Ladispoli