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mercoledì, Luglio 24, 2024

E’ morto a Ginevra Vittorio Emanuele di Savoia: aveva 86 anni

E’ morto a Ginevra Vittorio Emanuele di Savoia, figlio di Umberto II, l’ultimo re d’Italia, e di Maria Josè. Avrebbe compiuto 87 anni il 12 febbraio. L’annuncio è stato diffuso attraverso una nota della “Real Casa di Savoia”, in cui si legge: “Alle ore 7:05 di questa mattina, 3 febbraio 2024, Sua Altezza Reale Vittorio Emanuele, Duca di Savoia e Principe di Napoli, circondato dalla Sua famiglia, si è serenamente spento in Ginevra. Luogo e data delle esequie saranno comunicati appena possibile”. Acclamato alla nascita (1937) principe dell’Impero, Vittorio Emanuele ricevette dal nonno il titolo di principe di Napoli, come d’uso in casa Savoia per i principi ereditari e loro primogeniti in alternanza con quello storico di principe di Piemonte, allora attribuito al padre Umberto, in quel momento erede al trono. Nel 1938, anche se la notizia trapelerà molti anni dopo, secondo fonti diplomatiche britanniche Maria José del Belgio si sarebbe accordata con Rodolfo Graziani e con il capo della polizia Arturo Bocchini per tentare un colpo di Stato a opera di alcuni reparti delle forze armate, con Pietro Badoglio come comandante in capo, azione che sostituisse Mussolini con un «avvocato milanese antifascista» (probabilmente Carlo Aphel) e costringesse Vittorio Emanuele III ad abdicare in favore di Umberto; Umberto era, a sua volta, d’accordo con la moglie per abdicare subito in favore del piccolo Vittorio Emanuele; la stessa Maria José sarebbe stata nominata reggente del Regno in deroga allo Statuto albertino, fino al compimento dei 21 anni del giovanissimo ipotetico sovrano. Questo presunto complotto, che vedeva d’accordo anche Italo Balbo, l’anglofilo Dino Grandi e l’antitedesco e ambizioso genero del duce Galeazzo Ciano[5], non andò comunque oltre un incontro preliminare a Racconigi e alcune riunioni a Milano, e Maria José non ne parlerà mai direttamente. Il 7 agosto 1943, su ordine del re, lasciò Roma con la madre Maria José e le tre sorelle, raggiungendo Sant’Anna di Valdieri in Piemonte. L’allontanamento dalla capitale fu probabilmente al contempo sia una misura atta a stroncare il pericoloso “attivismo” della principessa di Piemonte, sia un tentativo di mettere al riparo il futuro principe ereditario da operazioni di cattura tedesche. Trasferitisi, per motivi di sicurezza, al castello di Sarre, la sera dell’8 settembre 1943 ricevettero l’ordine di partire per la Svizzera; a guerra finita, lui e le sorelle poterono tornare a Roma, preceduti di qualche giorno dalla madre.

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