Si profila una svolta per l’ex Ilva. Invitalia ha inviato al ministero delle Imprese e del Made in Italy l’istanza per richiedere l’amministrazione straordinaria di Acciaierie d’Italia. Lo rende noto la società, spiegando che il socio privato si è mostrato “indisponibile a garantire la continuità aziendale o a sciogliere la joint venture”. A stretto giro Acciaierie d’Italia ha reso noto di aver depositato domanda di concordato con riserva, con richiesta di misure protettive. Invitalia ha comunicato di aver “esperito negli ultimi mesi ogni tentativo possibile di accordo con il socio privato”. Poi, “preso atto dell’indisponibilità di quest’ultimo a contribuire a garantire la continuità aziendale o a sciogliere la joint venture in modo equilibrato e conforme alle normative vigenti anche di fonte europea, nell’ambito di una situazione di crisi non dipendente dalla volontà né da responsabilità gestionali della parte pubblica, ha inoltrato al ministero un’istanza per le conseguenti valutazioni tecniche e amministrative per la procedura di amministrazione straordinaria per Acciaierie d’Italia”. “Il gruppo Acciaierie d’Italia comunica che le società Acciaierie d’Italia, AdI Energia, AdI Servizi Marittimi, AdI Tubiforma hanno depositato domanda di concordato con riserva, con richiesta di misure protettive”. E’ quanto si legge in una nota di Acciaierie d’Italia. Si tratta di fatto di una decisione, il cui esito è difficile da valutare, che prevede 60-120 giorni di tempo per poi presentare l’istanza di concordato preventivo vera e propria. Il concordato preventivo è uno strumento che serve ad affrontare una crisi aziendale in modo diverso rispetto a quello dell’amministrazione straordinaria richiesto da Invitalia.