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mercoledì, Luglio 24, 2024

Wikileaks, prima vittoria per Assange: potrà presentare appello contro l’estradizione negli Usa 

L’Alta Corte di Londra ha concesso un ulteriore appello a Julian Assange contro l’estradizione negli Usa. Sono state così riconosciute come non infondate le argomentazioni della difesa del fondatore di WikiLeaks sul timore di un processo non giusto negli Stati Uniti. Assange sta cercando di evitare di essere perseguito con l’accusa di spionaggio relativa alla pubblicazione di migliaia di documenti riservati e diplomatici. Julian Paul Assange, all’anagrafe Julian Paul Hawkins, è un giornalista, programmatore e attivista australiano, cofondatore e caporedattore dell’organizzazione divulgativa WikiLeaks. Nel 2010 ha assunto un’ampia notorietà internazionale per aver rivelato tramite WikiLeaks documenti statunitensi secretati, ricevuti dalla ex militare Chelsea Manning, riguardanti crimini di guerra; per tali rivelazioni ha ricevuto svariati encomi da privati e personalità pubbliche, onorificenze (tra cui il Premio Sam Adams, la Medaglia d’oro per la Pace con la Giustizia dalla Fondazione Sydney Peace e il Premio per il Giornalismo Martha Gellhorn), ed è stato ripetutamente proposto per il Premio Nobel per la pace per la sua attività di informazione e trasparenza. Dall’11 aprile 2019 è incarcerato nel Regno Unito presso la Prigione Belmarsh di Sua Maestà, prima per violazione dei termini della libertà su cauzione conseguente a controverse accuse di stupro della Svezia(poco dopo archiviate), e poi in relazione a una sopraggiunta richiesta di estradizione fatta dagli Stati Uniti d’America per l’accusa di cospirazione. Tale detenzione – i cui presupposti erano già stati respinti nel 2015 dal Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla Detenzione Arbitraria, rivelatasi anche avvenire in condizioni gravosamente severe – nonché le eventualità di estradizione e persecuzione a vita negli USA, hanno suscitato forte protesta e appelli per il rilascio da parte dell’opinione pubblica e di svariate organizzazioni per i diritti umani, fino all’attivarsi del relatore ONU sulla tortura, il quale nel novembre 2019 ha dichiarato che Assange deve essere rilasciato e la sua estradizione dev’essere negata, dichiarazione successivamente fatta propria anche dal Consiglio d’Europa. A inizio dicembre 2020 il relatore ONU sulla tortura, Nils Melzer, oltre a rinnovare l’appello per l’immediata liberazione di Assange, ha chiesto che – in attesa della decisione sull’estradizione prevista per gennaio 2021 – questi venisse almeno trasferito dal carcere a un contesto di arresti domiciliari. Il 5 gennaio 2021 la giustizia inglese ha negato l’estradizione di Assange per motivi di natura medica, nello specifico per il bene della sua salute mentale, poiché era alto il rischio di tendenze suicide. Il 10 dicembre 2021 l’Alta corte di Londra ha ribaltato la sentenza che negava l’estradizione.[20] Un ulteriore passo verso la consegna di Assange ai tribunali americani è avvenuto il 14 marzo 2022: la Corte Suprema del Regno Unito ha respinto il ricorso presentato dai legali dell’australiano, lasciando l’ultima decisione al ministro dell’interno Patel. Il 21 aprile 2022 la Westminster Magistrates’ Court di Londra ha emesso l’ordine formale di estradizione negli USA per Julian Assange, durante l’udienza a cui l’attivista australiano ha assistito in videocollegamento.

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