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mercoledì, Luglio 24, 2024

Inchiesta di Genova, Signorini di nuovo interrogato. No alla revoca dei domiciliari per Spinelli

Nuova settimana di interrogatori, a Genova, nell’ambito dell’inchiesta sulla corruzione in Liguria. Dopo Giovanni Toti, presidente sospeso dalla Regione, ai domiciliari dello scorso 7 di maggio, che nei giorni scorsi ha risposto alle domande dei magistrati, oggi tocca all’ex presidente del Porto di Genova, Paolo Emilio Signorini. Unico degli indagati ad essere finito in carcere a Marassi, era già stato interrogato nei giorni immediatamente successivi allo scoppio del “terremoto giudiziario”. L’ex presidente dell’Autority, anch’egli in carcere dal 7 maggio scorso, ha chiesto di essere ascoltato, mettendosi a disposizione e chiarire la sua posizione; è accusato di avere ricevuto da Aldo Spinelli soldi e regali, ma anche alloggi in alberghi di lusso a Monte Carlo e fiches per giocare al Casinò. In cambio, avrebbe agevolato le pratiche del “re del porto” per la gestione delle banchine e i terminal. L’interrogatorio è condotto dai pm titolari dell’inchiesta, Luca Monteverde e Federico Manotti, con l’aggiunto Vittorio Ranieri Miniati. Signorini è assistito dall’avvocato Enrico Scopesi. Il legale ha chiarito che il suo assistito “risponderà a tutto”. L’ex ad di Iren si era avvalso della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio di garanzia davanti al Gip. Nei suoi confronti si va verso una richiesta di attenuazione, ma non di revoca, della misura cautelare; istanza che potrebbe essere avanzata nelle prossime ore. No alla revoca dei domiciliari per Spinelli. Corretta la parola “leciti” nell’interrogatorio del figlio Roberto. Si è deciso, intanto, di non revocare gli arresti domiciliari per Spinelli, l’imprenditore portuale, secondo l’accusa, al centro del sistema corruttivo che ha terremotato i vertici della Regione Liguria. Lo ha deciso il gip, Paola Faggioni, respingendo l’istanza. È stata poi corretta la parola contenuta nel verbale dell’interrogatorio di Roberto Spinelli, figlio di Aldo, che sentito dal gip aveva parlato di “finanziamenti leciti”, richiesti da Toti, e non “illeciti”, come erroneamente indicato nel verbale. I suoi legali si erano accorti dell’errore e avevano chiesto al giudice una correzione, sulla quale il gip ha a sua volta inviato una richiesta alla procura. Riascoltata la registrazione e individuato l’errore, la parola sarà quindi corretta.

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