La sbarra il limite da non valicare, il consiglio delle forze dell’ordine. Proprio lì un occupante, ci accoglie. Ci indica la sua casa: il portierato diroccato. Dall’altra parte della strada lo stabile rosso, I panni stesi, le finestre chiuse con materiali di fortuna e qualche occupante che si aggira sui balconi senza ringhiera. Condizioni igieniche inesistenti. Manca l’acqua, manca tutto. Fuori nel piazzale una maxi-discarica.
Il palazzo, in via Raffaele Costi, più volte sgomberato e puntualmente rioccupato. Fino a lunedì dentro una ventina di persone, oggi molte di più. Qui hanno cercato un rifugio i 60 evacuati dall’ex officine Romanazzi, sempre in zona, a Tor Cervara. Proprio la ricerca di un giaciglio di fortuna all’origine martedì scorso di una lite sfociata poi nell’accoltellamento di un 29enne del Camerun. Tra tanti disperati, migranti, famiglie italiane, tossico dipendenti, anche pregiudicati, ci dicono i carabinieri. Precedenti soprattutto per reati contro il patrimonio e spaccio. Il via vai Mattutino nella struttura è sospetto. Nella vicina area di servizio, ci raccontano di piccoli furti, del bagno chiuso perché utilizzato per farsi una dose e di un benzinaio aggredito a colpi di bastone.
Via Raffaele Costi a Tor Cervara: terra di nessuno fra degrado e disperazione
