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martedì, Luglio 23, 2024

Sentiti sette testimoni della cerchia di Lucio La Pietra, presunto sicario di Bramucci a Soriano del Cimino

Sono stati sentiti a processo sette testimoni della cerchia di Lucio La Pietra, presunto sicario di Salvatore Bramucci insieme a Tonino Bacci. Bramucci è stato ucciso a 58 anni la mattina del 7 agosto 2022 nei pressi di casa sua, nelle campagne di Soriano nel Cimino. Mentre il nipote di Tonino Bacci e l’ex compagno di cella di Lucio La Pietra, recluso con lui al Regina Coeli dal 2016 al 2019 a seguito di un’accusa di favoreggiamento, starebbero per uscire indenni dall’inchiesta, i sette testimoni presentatisi ieri hanno fornito la loro versione, per un delitto a cui nessuno ha creduto a causa del temperamento “allegro e socievole” di La Pietra, 48enne di Ponte di Nona. La partecipazione al misfatto dell’uomo era insospettabile, nonostante la prova della “foto sui giornali”: non si tratterebbe dello screenshot del filmato con i killer a bordo della Smart, ma il selfie, pubblicato sui social, con uno sfondo di mattonelle turchesi e una sigaretta tra le labbra. Chiesta l’archiviazione per Fabio Buti, 55enne romano indagato per concorso in omicidio premeditato. Ad annunciarlo ieri in tribunale è stato il pubblico ministero Massimiliano Siddi, chiarendo però che il gip deve ancora pronunciarsi sulla richiesta. E’ stata fissata al primo luglio l’interrogazione ai figli di Bramucci, Bryan e Nico, che era in Grecia nel momento del delitto, nonché la figlia di primo letto Mascia e il fratello della vittima Isolino, tutti e quattro parte civile contro Elisabetta e Sabrina Bacchio, mandanti e pianificatrici del reato. Nell’”entourage” delle due sorelle figurano soggetti come Dan Constantin Pomirleanu, cognato della moglie di Bramucci, la coppia di sicari di Ponte di Nona, Alessio Pizzuti e Ismail Memeti, 55enne macedone indagato per omicidio, per cui la procura aveva chiesto l’arresto. Memeti avrebbe guidato la Giulietta rubata che seguiva la Smart bianca noleggiata, con a bordo Bacci e La Pietra. Questi ultimi sarebbero rimasti in attesa a pochi chilometri di distanza dal luogo del crimine, raggiunto dai killer con la Giulietta. Tra i testimoni del pm contro Lucio La Pietra sono stati sentiti sia la convivente, che la mattina del delitto ha dichiarato di essersi svegliata alle 10 con La Pietra nel letto al suo fianco, sia l’ex compagno di cella. Entrambi nelle intercettazioni si sarebbero lasciati andare ad ammissioni sulla partecipazione di La Pietra al delitto. Queste deposizioni sono state però intervallate da incertezze, come “non lo so” o “non mi ricordo”, anche di fronte a prove eloquenti. Alcuni meccanici sono stati citati attraverso l’espediente del soprannome, come “Motore”, indicato dai giudici come “il Sorchetta” per agevolare la memoria o “er Gomma”. La compagna di La Pietra ha inoltre preferito definire la “cena del delitto” in pizzeria “una delle tante, fatte con tanti amici in quel periodo” e avrebbe giustificato l’appellativo di “infame” e “infame fracico” ammettendo di averlo riferito a Pizzuti, non a Bacci come spione o delatore. Le amiche della donna hanno constatato il suo smarrimento d’animo dopo l’arresto del compagno, avvenuto il 13 settembre. Il compagno di cella di La Pietra, alla domanda relativa all’idea di macchinare un omicidio, ha spiegato di averci pensato insieme tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017, quando i due passavano il tempo a guardare Csi in televisione al Regina Coeli. Uno degli altri indagati per cui è stata chiesta l’archiviazione è il nipote di Tonino Bacci, un altro presunto sicario. L’uomo avrebbe aiutato lo zio a nascondere i soldi del delitto, sotterrati in un barattolo di vetro in un pollaio nelle campagne intorno a Roma.

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