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mercoledì, Luglio 3, 2024

Pescara, il 17enne attirato in una zona del parco e colpito più volte. Fermati i figli di un carabiniere e di un legale

Il cadavere di un ragazzo italiano di 17 anni ancora da compiere, Thomas Christopher Luciani, con ferite da arma da taglio, è stato trovato riverso tra le sterpaglie a Pescara, nei pressi dei parco Baden Powell, vicino a un sottopassaggio della ferrovia. Due minorenni sono stati fermati. Il delitto è avvenuto al culmine di una lite per questioni legate allo spaccio di droga tra giovanissimi. Lunedì sarà eseguita l’autopsia. Secondo un primo superficiale esame, l’arma usata potrebbe essere stata un coltello da sub. La vittima attirata in una trappola. Un gruppo di sette o otto persone, due delle quali entrate in azione per commettere il delitto. La vittima sarebbe stata raggiunta da circa 25 coltellate. I due avrebbero continuato a colpirlo anche quando il giovane era già esanime a terra. All’origine dei fatti, un debito di droga di poche centinaia di euro: forse 200 o 250. Non è chiaro, al momento, se i due minorenni siano entrati in azione con l’intento di uccidere o se si sia trattato di una lite finita male. I presunti assassini sono uno il figlio di un avvocato, l’altro figlio di un maresciallo comandante dei carabinieri di una stazione locale di un comune della provincia di Pescara. La vittima, residente a Rosciano, paesino del Pescarese, è stata attirata in una zona non sorvegliata retrostante il parco e poi colpito ripetutamente con un’arma da taglio nelle parti vitali del corpo. Dopo il delitto i due giovani sarebbero andati a fare il bagno al mare. Lì, presumibilmente, si sarebbero disfatti del coltello utilizzato. Per recuperare l’arma sono al lavoro i sommozzatori dei vigili del fuoco. Gli investigatori hanno subito ipotizzato che il giovane potesse essere stato vittima di uno scontro tra bande, legate al mondo della droga, forse per un diverbio: il campetto sul retro del parco Robert Baden Powell è infatti conosciuto per essere luogo di spaccio, dove a farla da padroni sono soprattutto gang composte da giovanissimi. Ad allertare domenica sera il 118 è stato un gruppo di ragazzi che, una volta sul posto, la polizia ha voluto sentire: le loro indicazioni sono state fondamentali per individuare i responsabili dell’omicidio e per risalire all’identità della vittima. Importanti ai fini delle indagini anche le immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza presenti nella zona antistante il parco e in prossimità di uno stabilimento balneare dove tutti i componenti del gruppo sono andati dopo il crimine. evidenziato un incredibile disagio giovanile, una sorprendente carenza di empatia emotiva e una palese incapacità di comprendere l’estremo disvalore delle azioni commesse. Questi atteggiamenti disfunzionali meritano ampio approfondimento, al pari della necessaria ricostruzione delle dinamiche e responsabilità”.

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