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mercoledì, Luglio 3, 2024

“Acqua, la situazione andrà sempre a peggiorare”

Acqua e piani integrati un mix “killer” che potrebbe causare in futuro più disagi di quelli attualmente vissuti dai cittadini che già oggi vivono le loro giornate chiedendosi se saranno in grado di farsi una doccia al rientro a casa. Ne è convinto il consigliere di Ladispoli Attiva, Gianfranco Marcucci che ha evidenziato come «con i nuovi provvedimenti urbanistici la situazione andrà sempre a peggiorare». Lo hanno del resto detto «Acea quando ha spiegato che non avrebbe provveduto a effettuare nuovi allacci se non ci fossero stati nuovi interventi sulle condotte idriche» e lo avevano detto anche «i tecnici comunali» che nell’ambito della vicenda relativa alla Vas, avevano «scritto chiaramente che esistono criticità, attuali e future». Insomma, quando «il piano regolatore generale sarà vigente – spiega Marcucci – aumenteranno gli abitanti» e la dotazione idrica giornaliera a persona si ridurrà notevolmente. E oggi «siamo già sotto la media regionale». «I problemi di oggi – incalza – sono piccoli rispetto a quelli che affronteremo in futuro». Ma la colpa di chi è? Per il consigliere d’opposizione di ambo le parti. Di Acea «che deve intervenire» e dell’amministrazione comunale le cui azioni «sono blande». «Non c’è – spiega – un piano vero per cercare una interlocuzione forte, anche appoggiandosi alla Regione, ad esempio, che è stessa espressione politica di Grando». Amministrazione, quella ladispolana, che per Marcucci dovrebbe prendere ad esempio la vicina Cerveteri, «dove all’inizio le problematiche esistevano», ma che grazie a «una interlocuzione stabile» si è arrivati anche «ad investimenti sul territorio» da parte della Spa.

E, dunque, se da un lato la responsabilità maggiore probabilmente è da attribuire alla Spa e alle sue politiche idriche che «non rispettano il volere dei cittadini espresso dal referendum dove si chiedeva che l’acqua rimanesse pubblica», dall’altra parte a pesare in città saranno le scelte urbanistiche dell’attuale Giunta che insieme «al grande problema legato all’acqua» ne porteranno altri «in un territorio fragile, che dal consumo di suolo ha subìto grandissimi danni». Fari puntati sul polo commerciale al km38 «legato all’altro piano particolareggiato, al km 37» che porterà sulla quella fascia dell’Aurelia «circa 60mila metri cubi di cemento». Un piano che per Marcucci rappresenta «il simbolo di quello che è e sarà l’amministrazione Grando e quello che poteva essere ma non è stato». I ricordi del consigliere vanno alla campagna elettorale del 2017, quando l’allora candidato sindaco del centrodestra, Grando, «scriveva che non c’era bisogno di nuovi piani integrati perché c’era stato un loro abuso a vantaggi di privati e che Ladispoli non aveva bisogno di nuovi poli commerciali e residenziali perché non sarebbe stata in grado di assorbire un ulteriore incremento urbanistico». Un vero e proprio «disconoscimento delle promesse elettorali», una «abiura di quello che ha promesso e non ha fatto». «Aveva promesso di tutelare i negozi di vicinato – prosegue Marcucci – e ora li mette in competizione con nuove strutture commerciali che mettono a rischio la loro sopravvivenza». La città balneare si può paragonare, per Marcucci, al protagonista del film “Il giorno della marmotta”: «Passano i sindaci, le elezioni e ci risvegliamo sempre con la stessa idea di città, gli stessi piani integrati, lo stesso consumo di suolo …. non cambia nulla».

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