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martedì, Luglio 16, 2024

“Movida selvaggia, un abuso del diritto di godere di casa propria”

Un vero e proprio «abuso del diritto di godere della propria abitazione». Ogni giorno che passa sono sempre più esasperati i residenti del centro città, e non solo. Musica alta fino a notte fonda, schiamazzi, e il loro diritto al riposo violato costantemente. «Non siamo liberi nemmeno di avere i nostri pensieri dentro casa nostra, di leggere un libro, di stare in silenzio, di guardare un film in tranquillità» denuncia un residente del centro città esausto. Gli appelli al quieto vivere agli enti preposti non hanno dato riscontro. Risultato: musica a tutto volume fin dentro le mura domestiche fino a notte fonda con le forze dell’ordine che se chiamate e intervenute sul posto «al massimo, altro non potrebbero fare, nel migliore dei casi, che comminare una sanzione amministrativa per il mancato rispetto degli orari previsti dall’ordinanza sindacale perché non sono dotati della strumentazione necessaria a poter intervenire nello specifico». Morale? Il giorno successivo si ricomincia, con solo un paio d’ora di sonno, forse, accumulate durante la notte. «Di inquinamento acustico ci si ammala» avevano tuonato già nelle scorse settimane e addirittura lo scorso anno i consiglieri di opposizione di Ladispoli Attiva pronti, al prossimo consiglio comunale (in programma il 23 luglio) a dar nuovamente battaglia all’amministrazione affinché, quantomeno, «si ritorni agli orari della precedente ordinanza»: l’una il venerdì e il sabato (nel periodo estivo) e mezzanotte dalla domenica al giovedì. Ad oggi, dallo scorso anno, gli orari sono stati infatti prolungati (fino alle 2 nel centro cittadino e fino alle 3 nelle zone periferiche, durante il week end). E così c’è chi «è costretto a fuggire da casa sua durante il fine settimana», altri che «hanno speso ingenti somme per insonorizzare i loro immobili», hanno spiegato ancora i consiglieri. Un vero e proprio «abuso» con i cittadini che non possono «godere di casa propria» come rimarcato proprio dai diretti interessati, alcuni dei quali hanno anche fatto effettuare delle perizie di impatto acustico dalle quali sarebbe emerso «un abuso sconcertante». «Il differenziale consentito è di 3 decibel per legge, qui a Ladispoli – spiega un residente – viene violato ogni notte». In tanti nelle scorse settimane, come annunciato anche dall’opposizione, si erano rimboccati le maniche per raccogliere le firme da presentare al Comune per far sentire la loro voce. C’è anche chi annuncia flash mob o sit-in di protesta per far capire l’incubo che si sta vivendo. Ad alzare la voce era stata anche l’associazione Marevivo. Il problema acustico infatti non è un problema solo “umano”. A risentirne è anche l’ecosistema circostante. A Torre Flavia, nello specifico, il fratino e la tartaruga caretta caretta come evidenziato nei giorni scorsi da Marevivo. «La legge regionale Lazio n.23 del 2000 regolamenta le emissioni luminose così come sono regolamentate le immissioni sonore, anche a tutela della salute dei cittadini. Chiediamo dunque – aveva concluso Marevivo – di vietare gli spettacoli danzanti e dal vivo che neppure rappresentano le attività principali alle attività balneari».

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