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martedì, Luglio 16, 2024

Porta d’Italia, Civitavecchia c’è: “Chiediamo prima di qualsiasi decisione un consiglio comunale aperto o meglio un referendum”

«Prendiamo atto della volontà dell’attuale amministrazione inerente il rientro nella città metropolitana di Roma. Ricordiamo che a questa eravamo stati annessi senza alcun dibattito ne tanto meno partecipazione dei cittadini, bensì di conseguenza “ all’ applicazione della legge Del Rio” che prevedeva una riforma istituzionale per costituire le città metropolitane a sostituzione delle province in undici capoluoghi, mentre tutte le altre province avrebbero dovuto essere state abolite». Lo dice Civitavecchia c’è che interviene sulla polemica del momento in vista dell’annunciata revoca della delibera di adesione al progetto per la nuova provincia Porta d’Italia. «Nelle intenzioni di chi legiferava – spiegano – tra gli scopi principali emergeva che il centro della città metropolitana sarebbe dovuto trasformarsi nel salotto buono della città, teso a raccogliere turismo e le cose migliori. Con le periferie dovevano ospitare servizi mentre le servitù dovevano essere allontanate il più possibile dal centro metropolitano al fine di non ostacolare la visione della bellezza e la funzionalità. Per la dovuta correttezza aggiungiamo che la suddetta legge non è stata mai portata a termine, tanto da indurre poco tempo fa il presidente della repubblica Sergio Mattarella a sollecitarne il completamento. Per mettere fine a cause istituzionali venutesi a creare. A giusta ragione non possiamo non constatare come questo periodo combaci con l’enorme perdita della nostra città, che da una delle prime de Lazio, ora si trova in un continuo regresso tanto da avere un reddito pro-capite di quattordicimila euro annuo (tra i più bassi di Italia) una continua diminuzione di abitanti residenti, un peggioramento dei servizi indispensabili, un costante rapporto negativo tra cittadini e la loro salute. A causa di malattie provocate da inquinamento. Tutto ciò crediamo sia documentato dalle tante battaglie sostenute da cittadini uniti, qualcuna vinta altre perse, ma la maggior parte in corso riguardanti, termovalorizzatori, bio-digestori, discariche ,depositi tossici, smaltimento rifiuti provenienti quasi sempre da Roma continuamente segnalati dagli abitanti di via terme di traiano e zone limitrofe. Per quanto sopra esposto abbiamo raggiunto la convinzione insieme a tanti altri cittadini che per riprendere un discorso virtuoso che ci riporti ad essere una città importante bisogna fare scelte in piena autonomia». Insomma Civitavecchia c’è non ha dubbi e traccia la rotta: «Rimanere fuori dalla città metropolitana per poi andare a costruire il nostro futuro, nel quale ci sarà pure qualche difficoltà, ma che ci vedrà protagonisti in maniera paritetica con altre città e paesi che hanno le stesse nostre esigenze per cui lo stare insieme diventa un rafforzamento per tutti. Per questo ci battiamo da tanti anni e continueremo a farlo, abbiamo raccolto migliaia di firme costituito comitati effettuato consultazioni popolari orientato interrogazioni parlamentari, dibattiti, consigli comunali aperti. Il primo con il sindaco Antonio Cozzolino il secondo con il sindaco Ernesto Tedesco e che hanno votato e deliberato l’uscita dalla città metropolitana. Ora che il tutto viene nuovamente ribaltato con rapidità non uguale a qualsiasi altra pur discutibile decisione non ci pare ragionato ne ragionevole per tanto chiediamo prima di qualsiasi decisione un consiglio comunale aperto o meglio un referendum nel segno di una democrazia partecipata».

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