Un fascicolo per capire se la procura di Cassino abbia agito al meglio. Gli atti di indagine sul caso della violenza di Ponza nei confronti di una minorenne sono finiti in Cassazione, l’organo deputato a decidere su eventuali sanzioni a carico di magistrati ordinari. L’apertura del procedimento -dopo la segnalazione di un consigliere del Consiglio Superiore della Magistratura -Ernesto Carbone ha chiesto di verificare le ragioni per cui non fossero state adottate misure cautelari nei confronti dell’uomo, accusato di violenza sessuale e con precedenti. I fatti dello scorso 7 luglio. È la ragazzina – figlia di lavoratori stagionali – a denunciare il tutto. Era uscita a buttare la spazzatura. In casa non c’era nessuno. Il 34enne romano, sull’isola per lavoro, l’avrebbe trascinata nella propria abitazione in affitto e abusato di lei. La ragazza riesce a scappare. Chiama i genitori e poi i carabinieri. Scattano i soccorsi e le indagini. L’aggressore viene identificato. La procura di Cassino emette per lui un foglio di via. Non può restare sull’isola ma può tornare nella capitale. Da indagato a piede libero, l’accusato avrebbe continuato a fare la vita di sempre, postando foto e storie dai locali che frequentava. Avrebbe anche ripubblicato post di solidarietà nei suoi confronti Ora la procura generale della cassazione valuterà se ci siano le condizioni per avviare un procedimento a carico della Procura di Cassino. Intanto è stato fissato l’incidente probatorio per cristallizzare la testimonianza della ragazza.