I video dei residenti dei quartieri vicini e di chi vive in quella che è stata ribattezzata la terra dei fuochi di Ardea sono quotidiani. Sempre la stessa scena: colonne di fumo nero e fiamme. La strade tutte uguali: buche che sono crateri e ai lati una discarica che non finisce mai. Materiali di risulta, auto, rifiuti di ogni tipo, anche speciali e nocivi. Siamo alle Salzare, 706 ettari di proprietà del Demanio, affidati al Comune, su cui si è costruito dagli anni Settanta quando l’unica destinazione possibile era quella agricola. Abusivismo edilizio e roghi tossici. Una terra di nessuno, quartier generale di un traffico illecito di rifiuti gestito da rom, camminanti di Noto, gruppi criminali dell’est Europa e italiani. Il via vai di camion, gli scarichi continui per un po’ di denaro e il fuoco per far sparire tutto. Una settimana fa i carabinieri hanno fermato quattro mezzi in poche ore e arrestato due persone. Interrogazioni, denunce, proteste per fermare questo attentato all’ambiente e alla salute dei cittadini, cadute per decenni nel vuoto. L’unica soluzione, ribadiscono i comitati di zona, una maxi-bonifica, servirebbero però decine di milioni di euro. Quanti hanno provato ad alzare la testa, a ribellarsi, sono stati minacciati di morte.
